Bolzano scomparsa


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Peter Mayr

Personaggi 1

INSIEME AD ANDREAS HOFER

A sud del duomo di Bolzano si trova il bianco monumento a Peter Mayr (1767-1810), compagno di lotta di Andreas Hofer. Inaugurato il 30 settembre 1900. il monumento in pietra bianca di Kehlheim (Danubio) fu semidistrutto dai bombardamenti nell'ultimo conflitto mondiale. Ricostruito privo della cuspide gotica che lo abbelliva, è tornato all'aspetto originale, seppure con qualche licenza di troppo relativamente alla cuspide, pesante due tonnellate, ricostruita a Lana.
Peter Mayr era un oste, come d'altronde anche Andreas Hofer e non pochi altri rivoltosi del 1809. Nato sul Renon, a Siffiano, era proprietario dell'osteria alla Mara ("an der Mahr") che si trova tuttora a lato della statale del Brennero, poco a sud di Bressanone. Quando esplose la rivolta tirolese contro i franco-bavaresi il Mayr si affiancò ad Andreas Hofer e lo seguì in tutte le imprese, fino alla quarta ed ultima battaglia - persa - del Berg Isel. A questo punto Hofer, vista l'inutilità di ogni ulteriore resistenza (la casa d'Austria aveva abbandonato i tirolesi al loro destino), decise di abbandonare. Mayr insistette per la ripresa delle ostilità, Hofer ne fu convinto, si ebbero ulteriori fatti d'armi e Peter Mayr tentò la liberazione di Bressanone. Ma invano. Dovette fuggire e nascondersi a Velturno. Fu tradito e condotto in catene a Bolzano l'8 febbraio del 1810 (la prigione si trovava nell'alta via Bottai, nella cosiddetta casa Sant'Afra, di fronte all'attuale museo di storia naturale), sei giorni dopo fu condannato a morte. Sua moglie accorse a Bolzano con cinque figli per impetrare la grazia ed effettivamente il generale Louis Baraguey d'Hilliers si disse disponibile a concederla, a condizione che Mayr dichiarasse di non essere stato informato della proibizione di portare armi, imposta dal viceré Eugenio di Beauharnais il 10 novembre 1809. Ma Peter Mayr si rifiutò di mentire e così fu fucilato. L'esecuzione avvenne lo stesso giorno in cui a Mantova veniva giustiziato Andreas Hofer, ossia il 20 febbraio 1810. Il prigioniero fu condotto poco a monte del ponte sul Talvera, che allora era in legno, all'altezza "del terzo albero". Poi la salma fu trasportata a fianco del lato sud del duomo, dove all'epoca si trovava il cimitero cittadino, e là sepolta. Nel corso dell'Ottocento il cimitero fu traslato in quella che oggi è via Alto Adige. Tra le due guerre, infine, fu nuovamente trasferito stavolta ad Oltrisarco.
Il monumento fu eretto ad iniziativa del "Museumverein" sul posto dove Peter Mayr fu sepolto. Un grosso parallelepipedo sistemato in verticale e progettato dall'architetto di Monaco Hauberisser, su una facciata lo scultore Heinrich Überbacher (anch'egli di Monaco) scolpì in bassorilievo la (penosa, ma ritenuta eroica) scena in cui Mayr, presente la moglie in lacrime e i cinque figlioletti, dichiara di non volersi comperare la vita con una menzogna (lo definirono "eroe della verità"). Sul parallelepipedo troneggiava una grande cuspide neogotica, sminuzzata dalle bombe del 1944. L'inaugurazione avvenne il 30 settembre del 1900, ma fu avversata dal maltempo. Era prevista (Tiroler Volsblatt del 3/10/1900) una sfilata di 15 bande, Schützen e veterani di 48 località, anche da nord del Brennero. Ma piovve, accadde perfino che i treni giungessero in ritardo, comunque una parvenza di sfilata ci fu, e marciarono "baldanzose barbe grigie accanto a una fresca gioventù, tutti con gli occhi scintillanti, come usano gli Schützen tirolesi" (Bozner Nachrichten, 2/X/1900). Numerosissime le autorità, con in testa il governatore conte Merveldt. Nel suo discorso il presidente del comitato promotore, commerciante Toldt, citò la munifica donazione del Kaiser e tra gli altri tanti contributi soprattutto quello del ministero della cultura. Poi parlò il professore universitario prof. Hirn. Ci fu il pranzo ufficiale al "Bristol", con frequenti brindisi al Kaiser, mentre i discendenti di Peter Mayr si raggrupparono in 26 al ristorante Luna (discendente diretto era Josef Mayr-Köhl, con moglie e 11 figli). Quindi concerti in piazza un po' dovunque, e non è mancata una rappresentazione teatrale su Peter Mayr messa in scena da una compagnia di Longomoso: pubblico pericolosamente folto. A sera la cuspide del duomo fu illuminata alternativamente da luci bianche, rosse e verdi (bianco-rosso per il Tirolo, il bianco-verde è invece il colore degli Schützen).
Davanti al monumento a Peter Mayr ci fu un'altra manifestazione corale nel centenario della fucilazione, il 20 febbraio 1910. Solenne pontificale in duomo officiato da mons. Trenkwalder, con tutte le autorità minuziosamente elencate dal "Tiroler" (prima dell'elenco la coppia dei principi di Campofranco). Poi tutti si spostarono all'esterno dove era schierata una compagnia d'onore dei Kaiserjäger con banda. Qui, davanti al monumento, tenne il discorso celebrativo lo Schützenrat dottor Paul Krautschneider. Sfilata, grande folla, a sera concerti nelle piazze.
Il monumento sopravvisse alle attenzioni fasciste, non alle bombe, fu ricostruito parzialmente nel dopoguerra. Il 20 febbraio 1960 furono arrestati per avere deposto una corona di fiori ai suoi piedi, nonostante il divieto della polizia, l'austriaco Walter Kornexl, e i sudtirolesi Johann Lochmann, Anton Egger, Walter Harder e Richard Berger. Accadeva!

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