Bolzano scomparsa


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Ettore Accorsi

Personaggi 1

UN DOMENICANO MEDAGLIA D'ORO

Padre Ettore Accorsi

Il giornale "Alto Adige" del 17 aprile 1949 dava notizia dell'assegnazione di una medaglia d'oro al valor militare ad un prete domenicano ospitato nel convento di Bolzano: padre Ettore Accorsi. L'articolo merita di essere riprodotto per la sua quasi interezza. Questo il testo: "Il Tenente cappellano Padre Domenicano dott. gr. uff. Ettore Accorsi, della Chiesa di Cristo Re, ex-internato militare nei campi di Polonia e Germania, è stato decorato in questi giorni di medaglia d'oro al Valor militare con la seguente motivazione: "All'atto dell'armistizio, benché minorato fisicamente e pur essendo nelle migliori condizioni per sottrarsi a tragici eventi, con animo virile, tenendo fede alle insormontabili leggi dell'onore e sorretto dalla sua alta missione umana e cristiana assumeva volontariamente compiti a linee spiccate militari, organizzando formazioni parmigiane operanti, per sua audace iniziativa, contro il tedesco aggressore, al quale si opponeva (con intelligenti ardite azioni clandestine ed eroici atti palesi), affrontando personalmente con ammirevole serenità, gravi misure repressive. Allorché tutto rovinava e vana riuscirà ogni reazione ed iniziavano le deportazioni in massa, alla possibile e consigliata fuga preferiva il sacrificio dell'internamento, e, senza esitazione, si univa ai deportati per sostenerli spiritualmente ed esserne strenuo difensore nel tormento. Durante la tragica odissea dei campi di concentramento in Polonia e in Germania, dava diuturna prova di eccezionale statura morale ergendosi (sprezzante delle reazioni cui si esponeva e sopportando con stoica fermezza dure vessazioni poste in atto), a difesa degli internati soggetti alla inesorabile legge marziale del detentore. Contagiato da t.b.c., per avere con spirito di sacrificio data sovrumana assistenza al colpiti dal terribile morbo, rifiutava ogni cura e ricusava reiterate proposte di rimpatrio condizionate a disonorevole adesione. Sfinito persisteva nella nobilissima missione rimpatriando poi, quale grande invalido, con l'ultimo scaglione. Sacerdote e soldato nella sintesi più felice, praticò veramente l'eroismo esponendosi con serena consapevolezza a rischi mortali attraverso episodi, atti, contegni che (oltre ad avere pieno carattere mi-litare, perché compiuti in guerra e contro nemico spietato), ebbero gigantesca forza di esempio. Apostolo di sublimi ideali, la sua nobile figura resterà, nel tempo, simbolo di assoluta dedizione al dovere. Francia - Polonia - Germania, settembre 1943 settembre 1945".
Abbiamo riprodotta la significativa motivazione della medaglia. Ora qualche nota biografica in più. Ettore Accorsi era nato nel Ferrarese nel 1909. Di famiglia modesta, prende l'abito domenicano nel 1928. Nel 1934 è ordinato sacerdote. Padre Ettore, come sarà poi conosciuto nella Resistenza e nella deportazione, nel marzo del 1942 giunge come cappellano militare sul fronte orientale, in una sezione Sanità della divisione "Taro". Nel novembre successivo è in Francia, dove si segnala per le sue attività assistenziali. All'armistizio (settembre 1943) nonostante le sue condizioni di salute giustificassero il suo ritorno in Italia, resta in Francia e collabora con la Resistenza francese, organizzando lo smistamento di militari italiani verso le formazioni partigiane. Arrestato, è rinchiuso in un campo di concentramento francese sino a che i tedeschi lo deportano in Polonia, a Leopoli. Di qui Padre Ettore viene tradotto, nell'aprile del 1944, nel campo di Tschenstochau. Nell'infermeria assiste i malati e quando contrae la tubercolosi ottiene di essere trasferito come infermiere nel reparto infettivi. Rifiuta una compromissoria liberazione propostagli attraverso l'Ordine Domenicano e, sempre più mal ridotto, viene trasferito da un lager all'altro: Norimberga, Gross-Hesepe (Ems), Fullen. Vuole tornare in Italia soltanto con l'ultimo gruppo di nostri deportati rimpatriati nel settembre del 1945.
Padre Accorsi approdò poi a Bolzano, dove di lui c'è però scarsa memoria. Ha trascorso i suoi ultimi anni da invalido nel Convento patriarcale di San Domenico a Bologna. E' deceduto a Modena nel 1985. I cappellani militari italiani insigniti di medaglia d'oro sono in tutto dieci.

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