Bolzano scomparsa


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Il duca di Pistoia

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UN SAVOIA A BOLZANO

L’Amba Aradam è un massiccio montuoso etiopico conquistato dalle nostre truppe nel febbraio del 1936. Titolava a tutta prima pagina il 18 febbraio 1936 La Provincia di Bolzano (direttore Mario Ferrandi): “La battaglia dell’Endertà è vinta – Le Camicie nere del Duca di Pistoia hanno issato il tricolore sull’Amba Aradam”. Il Duca di Pistoia aveva la sua residenza a Bolzano e ne era partito poco prima volontario per combattere in Etiopia: gli fu affidata la 1divisione Camicie Nere “23 Marzo”. La presenza di Filiberto di Savoia-Genova, duca di Pistoia nel capoluogo altoatesino era una forzatura del regime per dare a Bolzano una patente di italianità: ospitare un Savoia era una specie di consacrazione della città alla casa reale italiana. E così si pensò di trasformare in residenza reale una villa di Gries. La villa, con un suo piccolo parco, si trovava tra i vigneti, in quello che, allargato, oggi è definito il “parco ducale” ed è attualmente sede del Commissariato del governo. Si trova in via Principe Eugenio di Savoia (il principe Eugenio, vincitore sui turchi nell’assedio di Vienna, aveva combattuto in realtà per gli Asburgo, ed aveva posseduto a Vienna un palazzo sfarzoso, a tutt’oggi uno dei più belli della capitale austriaca). L’originaria villa di Gries fu abbattuta e al suo posto fu costruito il palazzo tuttora esistente che all’epoca non fu però definito, come oggi “palazzo ducale”, bensì “villa reale”. Perché fu scelto ad abitarla proprio Filiberto? Forse non fu estranea alla scelta la circostanza che sua madre era tedesca: Isabella di Baviera. Sua moglie, Lydia d’Arenberg, era discendente di una nobile famiglia fiamminga e conosceva il tedesco a sua volta. Filiberto, che aveva la qualifica di generale di brigata, comandò a Bolzano il 232esimo reggimento di fanteria e la 11.ma brigata. Riviste militari, sfilate, manifestazioni di vario genere, il duca era sempre presente. L’anno successivo partì volontario per la guerra d’Etiopia, e il giornale scrisse (6/11/1935): “Non sono d’uso, in quest’epoca ferrigna in cui anche la parola va denudata da ogni fronzolo retorico, le apologie e i sonori saluti. Ma noi (…) non possiamo esimerci da un preciso dovere: quello di esaltare nel Duca di Pistoia l’uomo, il soldato, il milite convinto ed entusiasta di quella Rivoluzione che nel nome del Re e per volontà del Duce ha restaurato i valori eroici e morali della stirpe”. Ed ecco uno stralcio dall’articolo relativo alla partenza, apparso l’indomani: “Ancora vibrano i nostri cuori di commozione al ricordo della ardente, appassionata manifestazione con la quale il popolo atesino ha salutato ieri sera S.A.R. il Duca di Pistoia (…) Abbiamo visto cento e cento episodi che testimoniano dell’infinito amore, del reverente affetto, della profonda devozione con cui la gente atesina circonda l’Augusta figura del Principe Sabaudo”. Nelle settimane successive, apparvero varie foto del duca in Etiopia, e la sua massima celebrazione con la conquista dell’Amba Aradam. Al duca di Pistoia è stato intitolato a suo tempo l’Istituto commerciale di via Quirino, oggi “Claudia de’ Medici”. Alla duchessa un asilo. Quale esponente dei Savoia Lydia di Arenberg fu la prima che, al monumento alla Vittoria, “donò” alla Patria la sua fede, ossia il suo anello nuziale, con ciò imitando quanto a Roma faceva la Regina, Elena di Savoia, all’Ara della Patria (il regime raccoglieva oro per finanziare la guerra all’Etiopia, lo stesso era accaduto durante la prima guerra mondiale ad iniziativa degli Asburgo, anche a Bolzano). Filiberto di Savoia-Genova durante l’occupazione nazista di Bolzano si rifugò in Svizzera. E’ scomparso nel 1990 a Losanna, all’età di 95 anni. Ha anche scritto un libro di ricordi sulla sua guerra d’Africa dal titolo “La 1 Divisione CC.NN, 23 Marzo, L’Implacabile”, edito nel 1937 da Bompiani. Il volume ha molte foto e conta 76 pagine. Ma è ormai introvabile.

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