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Maria Gardena: un’attrice made in Bolzano

Personaggi 2

Il 14 marzo del 1939 la "Provincia di Bolzano" concedeva ampio spazio all'intronizzazione del nuovo papa, Pio XII, incoronato col triregno. Nella cronaca cittadina figurava invece a due colonne l'annuncio della creazione a Bolzano di una casa cinematografica, l' 'Atesia Film', "per la produzione filmistica". "In seguito all'interessamento e sotto gli auspici di S.E. il Prefetto Mastromattei si è costituita in questi giorni a Bolzano, con rogito del notaio dott. Longi, la Società 'Atesia Film' per l'industria cinematografica. Di essa è amministratore unico Giulio Zaccheo, titolare del noto gruppo finanziario omonimo milanese. L' 'Atesia Film', che avrà la sua sede legale in Bolzano, si propone di iniziare quanto prima la produzione cinematografica anche nella nostra città". Subito sotto in un corsivo si poteva leggere che "negli ultimi quindici anni molte migliaia di metri di celluloide sono stati girati in val Gardena, a Merano, nella solitaria val Sarentina, a Solda, da parte di case produttrici nazionali e straniere, ma tutto questo non ha lasciato traccia in Alto Adige". Ecco allora attivarsi le autorità "su proposta di un noto attore regista atesino", evidentemente Luis Trenker.
In questa cornice si è manifestato il talento di una bionda e affascinante bolzanina, Herthilde Gabloner, futuro architetto, che si diede al cinema col nome di Maria Gardena. Va detto che la giovane attrice era figlia dello scultore Ignaz Gabloner, autore tra l'altro a Bolzano del bassorilievo della Trinità sulla facciata di Cristo Re, della fontana delle rane e delle scultore sulla cappella mortuaria di Oltrisarco. Il debutto di Maria Gardena avvenne nel 1938, nel film "La mia canzone al vento", regia di Guido Brignone. Poi nel 1939 "Ho visto brillare le stelle" di Enrico Guazzoni, e "Retroscena" di Alessandro Blasetti. Nel 1942 "Una volta alla settimana" di Akos Rathonyi, pellicola nella quale era presente anche Titina De Filippo. E' del 1942 pure "L'ultimo addio", di Ferruccio Cerio, nel cui cast oltre a Maria Gardena figurano anche Gino Cervi e Luisa Ferida (quest'ultima aderì alla Repubblica di Mussolini e fu fucilata dai partigiani a Milano nel 1945, con Osvaldo Valenti, altro attore). "L'ultimo addio" fu proiettato al cinema "Roma" nel luglio del 1943 e il giornale sottolineò la presenza nel cast "della nostra concittadina Maria Gardena". Fu un tiolo quasi premonitore, perché qualche giorno dopo il Gran Consiglio del Fascismo congedò Mussolini. Il film più importante di Maria Gardena fu "I bambini ci guardano", tratto da un romanzo di Cesare Viola ("Pricò") e uscito nel 1943. Tra gli interpreti Isa Pola, ma soprattutto Vittorio De Sica, che ne fu anche interprete. Da aggiungere, nel cast, un giovanissimo Marcello Mastroianni, Giovanna Ralli, Ernesto Calindri. Era la storia di un bambino, Pricò, che assiste sgomento allo sfascio del matrimonio dei suoi genitori. Scrisse Raul Radice sul "Corriere della Sera" (24/11/1944): "(La sostanza è) un realismo crudele e tremendo, tutto inteso ad esprimere la sofferenza del fanciullo. E quando più la regia è abile, più si fa strada lo sgomento". Non a caso il film fu giudicato tra i precursori del neo-realismo. Ma erano anni infelici. L'Italia era devastata dalla guerra. Ormai non si "girava" più. L'"Atesia Film", che aveva prodotto tra l'altro "Ho visto brillare le stelle", chiuse. Maria Gardena, che s'era trasferita a Roma nel 1939, nel 1952 tornò a Bolzano: nel frattempo s'era laureata in architettura ed aveva iniziato ad esercitare. Da ultimo aprì il suo studio al numero 47 di piazza delle Erbe, dove in precedenza aveva lavorato suo padre. E tornò ad essere Herthilde Gabloner.


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