Bolzano scomparsa


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Franz Ehrenhöfer

Personaggi 1

UN AUSTRIACO PER IL REGIME

Nel suo istituto, al centro

Le statue che abbelliscono la stazione ferroviaria di Bolzano sono dovute ad uno scultore austriaco proveniente dalla Stiria, che fu attivo nella nostra città dal 1916 al 1937: Franz Ehrenhöfer (1880-1939). In verità la sua presenza a Bolzano fu dovuta ad un’opera che Ehrenhöfer non riuscì mai a completare: il monumento ai Kaiserjäger. Iniziato durante la prima guerra mondiale, del monumento fu realizzata soltanto la base. Poi, concluso il conflitto con la sconfitta austriaca, fu abbattuto, ed al suo posto fu costruito l’attuale monumento alla Vittoria. Fu un’opera, quella dei Kaiserjäger, veramente sfortunata, anche perché incontrò il dissenso iniziale dei bolzanini benpensanti. Il progetto fu esposto nel 1917 alla mostra sui “Kriegsmaler”, artisti che celebravano le gesta dei militari austro-ungarici, aperta nell’odierna scuola “Dante Alighieri”, e che fu anche visitata dal Kaiser Carlo e la consorte Zita (1917). Al centro della mostra troneggiava “un modello del monumento destinato ai Kaiserjäger tirolesi del 2° reggimento destinato a sorgere a Bolzano-Gries” (der Tiroler, 24/4/1917). Il modello del monumento non piacque del tutto, specialmente al giornale cattolico der Tiroler, che il 31 maggio 1917 commentò pesantemente la prevista esibizione di nudi. Un anonimo artista così scrisse: “L’architettura è nobilmente ispirata ed è funzionale allo scopo. Nell’insieme architettonico tuttavia si inseriscono alcune sculture, per le quali l’aggettivo “degne” non è appropriato. Si tratta di un gruppo di grandi dimensioni, la cui figure sono rivolte verso il Talvera. Dovrebbero esprimere l’irresistibile forza che da loro promana. Ma questo concetto non potrebbe essere espresso anche da figure vestite? Certamente. Ma la moda di questi tempi impone che ogni scultura debba apparire nuda. Come tutto, anche questo comportamento si adegua alla moda e nessun contemporaneo intende dissociarsi da questo andazzo”. Nessuno scandalo invece quando Ehrenhöfer ornò di nudi la nuova stazione ferroviaria di Bolzano, costruita da Angiolo Mazzoni nel 1928 in uno stile a mezza via tra lo Jugendstil e il razionalismo. All’epoca l’artista aveva il suo laboratorio sotto le arcate del chiostro dei Domenicani (vedi la soprastante foto), allora convertito in istituto professionale per l’artigianato del legno; Ehrenhöfer vi insegnava scultura. Fu cooptato dal regime, con tanti altri artisti sudtirolesi, e scolpì le due statue che si trovano ai lati dell’ingresso principale della stazione, e che raffigurano la trazione elettrica e la trazione a vapore. Poi anche un gruppo che fu sistemato in posizione troppo elevata per poter essere ammirato, sopra la base della torre, e che raffigurava i quattro fiumi altoatesini: la Rienza che sbocca nell’Isarco, che a sua volta sbocca nell’Adige, dopo che quest’ultimo ha accolto il Passirio. In un numero speciale della Rivista della Venezia Tridentina (12/7/1928), dopo parole d’apprezzamento per l’opera, l’articolista si chiede: ”Perché l’Adige e l’Isarco sono maschi (...) e il Passiria e il Rienza sono femmine (e che belle femmine!)?” A questo proposito c’è da dire che per tradurre il tedesco “Passeier” ci sono state non poche perplessità. I giornali degli anni Venti traducevano con “Passera”, ma probabilmente il definire il torrente “la Passera” poteva apparire disdicevole, specie se si spostava l’accento sulla prima sillaba. Così ci si rifugiò nell’odierno “Passirio”. Di Ehrenhöfer è anche la fontanella con il San Cristoforo, patrono dei viaggiatori.

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