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Personaggi 1
NEGLI ABISSI DELLA PSICHE
E' stata intitolata al bolzanino Antonio Slavich (2011) la casa per rifugiati politici con problemi psichiatrici aperta a Ferrara. Slavich, d'origine fiumana, è vissuto a Bolzano dalla primissima infanzia fino alla brillante conclusione degli studi classici, e qui è sepolto da due anni. La cerimonia ha avuto luogo a conclusione della Giornata mondiale del rifugiato, che a Ferrara è stata celebrata in varie sedi, tra le quali la sala Arengo del Comune, dove - "in ricordo di Antonio Slavich" - assessori, psichiatri e suoi ex-collaboratori hanno sviluppato il tema "Le vite degli altri: richiedenti asilo e rifugiati in città". Conclusi gli studi a Bolzano Antonio Slavich s'era laureato a Padova nel 1960, seguendo tra gli altri i corsi di Basaglia, che lo volle a Gorizia nel 1962. Nacque così quell'intesa che sfociò nella promulgazione della famosa legge n. 180, quella che portò alla chiusura dei manicomi, ed ad un diverso modo di intendere e di curare i malati di mente. Antonio Slavich riformò tra l'altro i servizi psichiatrici a Ferrara tra il 1971 e il 1978. In qualità di direttore del Centro di Igiene Mentale, negli anni ferraresi introdusse un metodo di lavoro innovativo basato sul coinvolgimento di tutti i collaboratori, medici, infermieri, assistenti e operatori sociali, dei pazienti stessi e di tutta la società civile; un metodo di lavoro che ha significato un ripensamento complessivo della psichiatria e della cura delle persone con disturbi mentali, spostando sempre più gli interventi dalla istituzione chiusa (il manicomio) ai servizi territoriali. Ferrara gli ha conferito il "Premio Estense", lo ricorda e gli ha intitolato un centro di assistenza. Bolzano, dove è morto il 13 marzo 2009, potrebbe intitolargli almeno una strada.