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Cronache del passato > 1945-1950
DAL MONDO
Il 1950 si apre con l'"Alto Adige" che titola: "La guerra fredda russo-americana durerà probabilmente fino al 2.000". La Gran Bretagna riconosce la Cina di Mao-Tse-Tung, e in Sicilia si continuano a ripetere scontri armati tra banditi e forze dell'ordine. In gennaio cinque morti a Modena in scontri tra polizia e operai. A metà gennaio, sesto gabinetto De Gasperi. A Milano la Corte d'Assise condanna all'ergastolo Caterina Fort, rea di avere ucciso la moglie e i tre figli del suo amante. Ad Aspen (USA) si disputano i campionati mondiali di sci alpino; Zenò Colò vince l'oro della discesa e del gigante, e inoltre l'argento dello slalom. Partono per la Somalia le truppe italiane che dovranno sostenere - su decisione dell'ONU - la nostra amministrazione fiduciaria. Frequenti episodi di violenza invece in un'altra nostra ex-colonia: l'Eritrea. A Parma in marzo scontro tra polizia e lavoratori: un morto e numerosi feriti. In Brasile un treno precipita in un fiume: 120 morti. In maggio a Catania salta in aria un deposito di munizioni: 15 morti. A metà maggio 15 bambini annegano per il crollo di un ponticello nella laguna di Venezia. In giugno lo svizzero Hugo Koblet vince il 33esimo Giro d'Italia davanti a Gino Barali. Il Santo Uffizio mette all'indice il libro "La pelle" di Curzio Malaparte, che protesta. A fine giugno la Corea del Nord invade la Corea del Sud: cade Seul, intervengono gli americani. A Castelvetrano viene ucciso il bandito Salvatore Giuliano. A metà luglio i cinesi invadono il Tibet. Torna in Belgio dopo cinque anni di esilio re Leopoldo III. Il 25 luglio Gino Bartali vince al Tour de France la tappa pirenaica ma è aggredito dai tifosi francesi. Le due squadre italiane per protestano si ritirano, con Fiorenzo Magni in maglia gialla. "Almeno 80.000 morti" in un terremoto nell'Assam e nel Tibet. In val Fusine (Friuli) un autocarro con a bordo bambini reduci da una colonia montana precipita in un burrone: muoiono 11 bambini e tre accompagnatrici. A fine settembre i nordcoreani vengono ricacciati oltre il 38° parallelo, "volontari" cinesi accorrono in loro aiuto e a questo punto sono gli americani che debbono retrocedere. Pio XII proclama il dogma dell'assunzione. Muore George Bernard Shaw. In dicembre sparatoria per le vie di Bologna tra forze dell'ordine e rapinatori di banche: quattro morti e due feriti. Muore il 21 dicembre Trilussa, al secolo Carlo Alberto Salustri.
A BOLZANO GIORNO PER GIORNO
(A.Adige 3/1/1950) Il 23enne Goffredo Wiedenhofer (si continuano ad italianizzare i nomi propri di persona) si butta sotto un treno a Ponte Gardena. Conclude la lettera di commiato ai suoi con un perentorio "Heil Hitler".
(A.Adige 8/1/1950) Le baracche del "villaggio Lancia" in via Resia erano state costruite dalla fabbrica omonima per ospitare i suoi operai. Successivamente l'azienda le donò all'Ente comunale di assistenza per ospitarvi i senzatetto. Ora il "villaggio" è in pieno degrado e continua ad essere definito "Lancia", ma l'azienda diffida dall'usare questa denominazione, che sicuramente lede la sua immagine.
Il "villaggio Lancia"
La Corte di Cassazione dichiara estinta per amnistia la condanna a sei anni di reclusione nei confronti di Giuseppe Langer, 44 anni, da Laives. Militarizzato nella SOD di Laives, aveva ucciso con una fucilata un soldato polacco che era fuggito dal lager di via Resia, e che si era arreso gettandosi a terra. Il fatto era avvenuto il 4 gennaio 1944.
(A.Adige 11/1/1950) Gli ampezzani sono ladini, o no? Il glottologo Carlo Battisti (Università di Firenze) sostiene di no: gli ampezzani sarebbero solo cadorini. La cosa ha anche importanza politica, perché gli ampezzani, proclamando la loro ladinità, chiedono di essere conseguentemente annessi alla provincia di Bolzano, che già comprende i ladini di Badia, Fassa e Gardena. Ad uno scritto del Battisti (che è di origine nonesa) ha risposto con una lettera aperta il comitato di "Zent Ladina", sostenendo la ladinità dell'Ampezzano. Nella diatriba, caduta nei personalismi e alimentata dalla polemica politica, Battisti querela con Giovanni Tschurtschenthaler del seminario vescovile di Bressanone ed il giornalista del Dolomiten Antonio Romen, quale responsabile della tipografia che aveva stampato l'opuscolo ritenuto dal Battisti offensivo. Se ne parlerà in Tribunale.
Il prof. Carlo Battisti interpretò il film "Umberto D.", di V. De Sica.
(A.Adige 13/1/1950) In una galleria (condotta forzata) della costruenda centrale elettrica di Sant'Antonio, all'imbocco della val Sarentino, una frana di fango travolge e uccide sei operai, e ne ferisce altri due. I nomi dei defunti sono: Emanuel Francisco Fernandez (da Sluderno), Pasquale Rita (da Giuliano di Roma), Domenico Masotti (Castiglione dei Pepoli, Bologna), Giuseppe Tradii (idem), Gennaro Marasco (Saveria Mannelli, Catanzaro), Pietro Speranza (Poggio Picuse, L'Aquila). Sempre in val Sarentino più a monte in un cantiere per la costruzione dello stesso impianto idroelettrico l'esplosione di una mina uccide altri due operai: Arcangelo Bortot (Vico di Cadore, Belluno) e Giuseppe Cozzuppoli (Motta San Giovanni, Reggio Calabria).
L'8 settembre 1943 nel corso dei conflitti a fuoco tra militari italiani e tedeschi a Bolzano, morì il caporalmaggiore Giacomo Metilli, che fu sepolto nel cimitero militare di San Giacomo. Per anni sua madre, vedova, si era recata a Bolzano per pregare sulla tomba del figlio. Da ultimo, raggranellato il denaro necessario all'esumazione e traslazione della salma nel suo paese (Marone di Brescia), la donna era tornata a Bolzano per adempiere a questa pietosa incombenza. Ma le spoglie di suo figlio non c'erano: nella bara, priva di coperchio, solo la sua piastrina metallica di riconoscimento.
(A.Adige 15/9/1950) Le bare degli operai caduti sul lavoro nella costruenda centrale elettrica in val Sarentino in via di costruzione, sfilano in corteo lungo le vie di Bolzano, dalla centrale a via Cadorna, piazza Mazzini dove si tiene un rito religioso. Il giornale scrive di sei bare (solo gli operai morti nella condotta forzata per la frana di fango, evidentemente), ma dal contesto pare possibile invece che queste fossero otto, comprendendovi quindi anche le due bare degli operai morti per il brillamento di una mina. Il giornale "Alto Adige" nel descrivere la cerimonia in piazza Mazzini cita le preghiere dei defunti recitate da don Niccolli, e poi il segretario della Camera del Lavoro, Bertani, che tra l'altro dice: "Sono sei lavoratori morti sul lavoro, e l'uno vale l'altro. Per qualcuno erano invece otto forestieri, come me, d'altronde. Essi però erano venuti a Bolzano non per godersi le bellezze panoramiche della zona, ma spinti dalla miseria dei loro paesi per lavorare e lenire il loro impellente bisogno. Non vorrei fare delle polemiche, ma debbo ricordare che una Associazione e un giornale non di lingua italiana hanno detto tempo fa che era ora di finirla con queste invasioni di forestieri dal Sud, perché essi non sono che dei lavoratori in cerca di avventure e che vivono a spese ed a carico della pubblica beneficienza. Io rispondo semplicemente - ha detto ancora Bertani rivolgendosi verso le bare - eccoli qua questi forestieri, eccole le loro avventure". Il corteo procede quindi lungo corso Italia e via Claudia Augusta fino al cimitero. Molto spazio della notizia in cronaca viene dedicato all'elenco puntuale (e inutile) di una trentina di autorità e personalità presenti.
(A.Adige 17/1/1950) Continua la ridda delle supposizioni sulla bara vuota del soldato caduto a Bolzano combattendo contro i tedeschi l'8 settembre 1943. Si apprende che le salme dei 41 soldati uccisi furono raccolta in una fossa comune e poi, nell'aprile 1944, esumate e traslate nel cimitero militare di San Giacomo, presente il cappellano don Raggi. Si attende di poterlo interrogare. Intanto la fantasia popolare si sbizzarrisce.
(A.Adige 18/1/1950) Un racconto macabro raccolto da un giornale bresciano nell'ambito dei familiari del soldato "scomparso", fa ritenere che vi sia stato uno scambio di salme.
(A.Adige 19/1/1950) L'amministrazione comunale in un suo comunicato narra la vicenda dell'esumazione. All'atto dello scavo "si sono trovati solo i resti della cassa mortuaria con pareti alte 15 centimetri circa, senza coperchio e senza la salma che si doveva esumare". E non v'era nemmeno la piastrina militare identificativa del defunto. Sondaggi effettuati nelle fosse tutt'attorno, hanno consentito di appurare che tutto il resto era in regola.
Al cinema "Corso", film ed avanspettacolo della compagnia "Triestinissima" (l'evocazione di Trieste attira le simpatie del pubblico).
Si disputa la prima 3/TRE, sulla Paganella, Serrada e sul Bondone. Zeno Colò vince la discesa libera e lo slalom, ma Ermanno Nogler si afferma nella combinata.
(A.Adige 20/1/1950) L'on Angelo Facchin rivolge un'interrogazione al ministro dei lavori pubblici per sapere se corrisponde a verità la voce secondo la quale sarebbero state stanziate 500.000 lire per allontanare i fasci dal ponte Druso. Sarebbe invece preferibile devolvere somme all'edilizia abitativa: a Bolzano mancano 5.000 abitazioni.
(A.Adige 22/1/1950) Il Circolo Universitario Cittadino costituisce il Cineclub, che inizierà le sue proiezioni (film d'essai) all'Istituto Tecnico Industriale. In programma in questa prima stagione una decina di pellicole.
(A.Adige 25/1/1950) L'Associazione mutilati ed invalidi del lavoro apre una sottoscrizione a favore dei familiari degli operai caduti sul lavoro in val Sarentino.
(A.Adige 27/1/1950) Titolo: "La galleria del Virgolo sarà aperta al grande traffico? - Sono stati spesi 800 milioni per la variante Oltrisarco-Cardano: spendiamone altri 200 e completiamo l'opera". I lavori per la costruzione della galleria erano stati iniziati nei tardi anni Trenta, in parte anche con finanziamento militare. Furono interrotti durante la guerra quando la galleria ospitò una fabbrica di cuscinetti a sfere e fu parzialmente trasformata in un rifugio antiaereo.
(A.Adige 29/1/1950) Scompare dalla sua gabbia al parco Petrarca un bel fagiano dorato. Qualcuno sicuramente se ne è cibato.
(A.Adige 1/2/1950) Un bimbo di 6 anni, Dario Barbieri, sbuca improvvisamente con la sua bicicletta in corso Libertà, all'altezza del bar Corso. Un camion lo investe ed uccide.
Al cinema "Roma" si proietta "Il lupo della Sila". Silvana Mangano vi appare "provocante, perfida e appassionata".
(A.Adige 2/2/1950) Titolo: "Il 15 febbraio a Milano - torna sul tappeto il progetto - del traforo dello Stelvio".
(A.Adige 4/2/1950) Titolo: "In Alto Adige si è detto no anche alla Madonna Pellegrina".
La Madonna Pellegrina a Bolzano (1950)
Attorno al 1950 sorse l'idea di far percorrere in corteo a statue della Madonna le vie di città e paesi, che nell'occasione di affollarono. Era la Madonna Pellegrina, che simboleggiava il ritorno della pace e della fratellanza nelle contrade italiane, ma anche in Portogallo, Spagna e Francia. Accadde anche nel Trentino, ma in Alto Adige ci furono subito difficoltà. Scrive il giornale che "giunta la processione nella zona mistilingue, sono sorte delle improvvise difficoltà. Non si sa come e perché, dove incominciava l'influenza del gruppo etnico di lingua tedesca, cominciarono anche le obbiezioni. A Salorno l'entusiasmo non fu eccessivo, ma le cose andarono discretamente. a Magré ci fu un poco di intiepidimento; ma già a Cortaccia, e cioè un tantino più a Nord, sorsero dei malintesi, e ad Egna, e cioè alla stessa latitudine, nacquero degli screzi. Ancora più su, e cioè ad Ora, si verificarono addirittura piccoli incidenti (...). A Caldaro ci fu la processione, ma la Madonna Pellegrina non andò più in là. Qualcuno sussurrò che il Verbo Cristiano, pronunciato in lingua italiana, non fosse gradito ad alcuni dirigenti della SVP (...). Né a Laives, né a Bolzano ci fu pellegrinaggio di Maria". Fece eccezione la val Gardena, dove in giorni consecutivi fu portata in processione un'immagine locale della Vergine. Nulla nella diocesi di Bressanone.
(A.Adige 8/2/1950) A Bologna, al congresso della Federazione italiana nuoto, viene consegnato alla Bolzano Nuoto il trofeo Cangiullo, per il settore tuffi. La società lo aveva meritato grazie ai risultati ottenuti l'anno precedente. Lo aveva già vinto negli anni 1939, 1947 e 1948. Al secondo posto la SS.Lazio, al terzo l'US.Triestina.
(A.Adige 9/2/1950) Il Comitato diocesano, a proposito dell'articolo dell'"Alto Adige" sulla Madonna Pellegrina, precisa che "nel 1949 la Madonna Pellegrina fu ricevuta in cinque decanati di lingua tedesca. Per la fine dell'anno in corso "avrà percorso altri sette decanati". "Noi possiamo d'altro canto dichiarare, che la popolazione di lingua tedesca ha sempre salutato con viva gioia e devozione la visita della Madonna Pellegrina". Questa precisazione del Comitato diocesano, che smentisce il precedente articolo del giornale, appare in breve con titolo su una sola colonna.
(A.Adige 14/2/1950) "750 pellegrini dell'Anno Santo - pernotteranno questa notte e Bolzano". Provengono dall'Austria e dalla Germania. In precedenza erano transitati altri due gruppi, ma non così numerosi.
Si torna a scrivere degli ebrei che entrano in Italia, anche clandestinamente, per poi proseguire verso altri lidi, soprattutto verso Israele. A Vipiteno ne sono stati controllati una trentina. Alcuni sono forniti di documenti rilasciati dalle autorità israeliane. Un passaggio di confine clandestino costerebbe mediamente 50.000 lire.
(A.Adige 16/2/1950) Il 72enne Luciano Poli, custode di un cantiere edile di via Milano, muore nottetempo asfissiato e bruciato nell'edificio in costruzione che lo ospitava, e nel quale era prevista la realizzazione - tra l'altro - di una sala cinematografica (il cinema "Astra"). S'era probabilmente acceso un sigaro.
(A.Adige 22/2/1950) Pare che due distinti gruppi di altoatesini si adoperino per entrare in possesso di un tesoro che sarebbe stato sepolto da militari tedeschi nella proprietà dell'ex-Villa Acquarone, a Gardone.
(A.Adige 23/2/1950) Titolo: "A Gardone è stata dissepolta della carta anziché dei gioielli - Ritrovato un diario di Claretta - scritto su fogli di carta igienica". Si tratta di Claretta Petacci, amante di Mussolini, che durante i giorni di Salò fu ospitata con la famiglia a Gardone. Lo scritto risalerebbe al periodo di detenzione di Claretta a Novara, nell'agosto del 1943, mentre il Duce era prigioniero a sua volta alla Maddalena e poi sul Gran Sasso. Sarebbero stati rinvenuti anche scritti del Duce.
(A.Adige 26/2/1950) Alla stazione di Bolzano si accolgono festosamente 29 sudtirolesi, già appartenenti alla Wehrmacht, liberati dalla prigionia in Russia. Folla, commozione. Madri felici, e madri ancora in attesa.
In un'officina clandestina si smontavano e riassemblavano biciclette rubate. Ne sono state trovate 15.
(A.Adige 1/3/1950) Per l'11 settembre del 1949 al campo Druso era stato annunciato un avvenimento eccezionale e stuzzichevole: un incontro tra calciatrici di Milano e Trieste. Folla (soprattutto maschile) curiosa ed elettrizzata, ma il tempo passa e non si vede nessuno. Qualche biglietto viene rimborsato, altri no. Poi si viene a sapere che tale Bruno Gardina, 37enne profugo da Pola residente a Trieste, aveva arruolato 22 giovani e volonterose profughe, disposte ad inscenare un'"amichevole" anche se digiune o quasi di calcio. Parte del gruppetto giunse effettivamente a Bolzano, ma alle porte della città il Gardina si eclissò. Nella cassa del botteghino restarono 24.000 lire non restituite ai mancati spettatori. In pretura il Gardina viene ora condannato a 10 mesi di reclusione e 8.000 lire di multa. Anche in pretura, delusione del pubblico: come già allo stadio, le "calciatrici" non si sono fatte vedere.
(A.Adige 2/3/1950) Sesto appuntamento della Società dei concerti, al Conservatorio. Ha suonato il violoncellista Mainardi.
(A.Adige 4/3/1950) I carabinieri arrestano ad Appiano la 37enne Paola Plattner, soprannominata "la Tigre", ex guardiana del lager di Bolzano. Era ricercata dal giugno 1946. Il suo nome era emerso in seguito ad alcuni processi celebrati alla sezione speciale della Corte d'Assise nei confronti di imputati implicati in vicende di collaborazionismo e violenze. E' accusata di collaborazionismo col tedesco invasore, sevizie, maltrattamenti e percosse ai danni di prigionieri.
Al cinema "Corso" si proietta "Enrico V", di e con Lawrence Olivier
(A.Adige 5/3/1950) Pugilato al teatro "Minerva". Il bolzanino Di Curti batte il veronese Gattamorta. Nell'insieme la Bolzano Boxe batte la Bentegodi Verona per 8 a 4.
In base agli accordi di Copenaghen nella notte tra il 14 e il 15 marzo le radio europee dovranno riposizionare le proprie lunghezze d'onda. Bolzano I (rete azzurra) avrà pertanto una nuova collocazione sui quadranti degli apparecchi radio. Entro l'anno si varerà Bolzano II.
(A.Adige 7/3/1950) A cinque anni dalla conclusione della guerra la città è ancora cosparsa di ruderi. Le tracce dei bombardamenti si vedono ovunque, anche se qualcosa è stato fatto. E' interessante sfogliare pagine del giornale, per darsi un'idea di come Bolzano si presentasse: "... con queste opere non solo si restituirà al patrimonio edilizio comunale il suo pieno valore, non si eliminerà esclusivamente una situazione di disagio fisico e morale per decine e decine di famiglie, che oggi vivono in locali pericolanti o comunque privi delle necessarie rifiniture e dei servizi essenziali, ma si eliminerà anche una ragione dì sconcio estetico, dal volto già duramente provato della città. La quale città ha molto bisogno di ritocchi e di abbellimenti (...). Prendiamo ad esempio sia le sedi della Banca d'Italia come quella della Cassa di risparmio. La guerra ha lasciato il suo visibile solco sui muri (...). Sempre In via Cassa di risparmio, vi sono case nelle quali non si è nemmeno provveduto alla ricostruzione dei balconi. In piazza dei Domenicani tre edifici (...) gridano vendetta al cielo. Via dei Cappuccini sta dando dei punti alla desolazione di Cassino. Cosi dicasi per via Marconi ove non si scorge cenno di rabberciatura nelle molte case che le bombe hanno più o meno intaccato, a cominciare dall'ex-hotel Parco, un tempo onore e vanto della contrada, oggi desolante nel suo aspetto di vecchio patrizio decaduto al rango di mendicante. (...). Ci sono ruderi destinati a sopravvivere a tutte le velleità ricostruttive. Alludiamo alle ex sale civiche o circolo ufficiali (saranno spianate, ndr), al teatro dell'ex dopolavoro (oggi Auditorium Haydn, ndr), all'ex teatro Verdi (sarà spianato, ndr), all'ex-chiesa dei Domenicani e al padiglione delle caserme già dei bersaglieri, che offre la visione del suo tetto scoperchiato e delle sue finestre slabbrate (oggi ospita la Questura, ndr)".
(A.Adige 8/3/1950) Rientra dalla Germania la prima salma di un ex-internato. Si tratta del tenente Carlo Varesco. "All'armistizio del 1943 il tenente Varesco era a Jeres. Il suo reparto, circondato dalle truppe tedesche, fu tra gli ultimi a cedere, anche se il comandante del reggimento aveva lasciato in asso le truppe. Si deve al tenente Varesco se prima della resa i soldati italiani ebbero modo di distruggere le armi pesanti e leggere in dotazione. Per questa responsabilità, che egli si assunse, i tedeschi volevano fucilarlo sul posto".
(A.Adige 10/3/1950) Paola Plattner, la "Tigre" del lager di via Resia, viene scarcerata. Era stata condannata a 7 anni e sei mesi, ma a cancellare la pena era intervenuta un'amnistia.
(A.Adige 14/3/1950) Titolo: "Furono soppressi con iniezioni mortifere - i ricoverati di Pergone 'optanti' per la Germania? - Di trecento ammalati inviati a Swivalten, solo di pochi si ha qualche notizia: gli altri non torneranno più". Un lungo articolo in prima pagina firmato Carlo Galasso racconta la storia di questi malati di mente che nel maggio del 1940 furono caricati su un treno diretto a Swivalten, località tra Monaco e Stoccarda. Lì sarebbero stati rinchiusi dai nazisti in un ex-convento dei gesuiti. Ne sarebbero rimasti in vita una trentina. Ma la località di Swivalten non esiste: nei pressi di Stoccarda esiste invece Zwiefalten, ove si trova un grande convento benedettino.
Prossimamente la stazione radio di Bolzano I trasmetterà sulla lunghezza d'onda di m 457,3, mentre l'istituenda Bolzano II trasmetterà su m 202,2.
(A.Adige 16/3/1950) La Fiat presenta anche a Bolzano la nuova Fiat 1400.
In consiglio comunale PCI e PSI propongono due mozioni invocanti la pace. Il democristiano Bertorelle rileva che si tratta di un argomento di competenza del Parlamento, non di un consiglio comunale. Bagarre. Il giornale rileva insulti reciproci come "ipocriti, buffoni, settari, farisei, guerrafondai, assassini". "Quest'ultima ingiuria per il vero è venuta dalla tribuna del pubblico, lanciata (...) da una bollente attivista del PCI, che è stata immediatamente allontanata dai vigili urbani di servizio".
(A.Adige 17/3/1950) Al "Laurin" si apre la 28esima Mostra dei vini altoatesini. Un quarto dell'intera esportazione di vini italiani è coperta da quelli altoatesini.
(A.Adige 19/3/1950) Un dipendente del provveditorato agli studi, il 35enne Franz Oberbacher, è stato fermato in quanto sospettato di essersi appropriato di alcuni milioni.
Claretta Petacci, l'amante del Duce
(A.Adige 21/3/1950) Occhiello, titolo e sottotitolo in prima pagina su tre colonne: "Sensazionali rivelazioni di un confidente di Claretta - UN CAPITANO ALTO ATESINO ORGANIZZO' LA FUGA DI MUSSOLINI - Franz Spoegler consigliere sentimentale - Il "duce" avrebbe dovuto nascondersi sull'altipiano del Renon - Una fatale scenata di gelosia - In incognito a Merano per rintracciare la donna amata - Troppo tardi". Il "capitano alto atesino" era in realtà l'Obersturmführer SS Franz Spögler, assegnato al servizio di intercettazione delle telefonate di Mussolini ed alla sorveglianza di Claretta Petacci, l'amante del Duce, nelle ultime settimane di guerra, quando i due erano a Gardone, in due diverse residenze. Il giornalista dell'"Alto Adige" Guido Trivelli lo avvicinò più volte sul Renon nel marzo 1950, e questo articolo è il compendio delle rivelazioni che Spögler fece. Vi si legge che l'Obersturmführer raccoglieva le confidenze della Petacci (evidentemente poi ne riferiva il contenuto ai suoi superiori), e tra queste, quella - per l'appunto - di far fuggire il Duce e nasconderlo in Alto Adige. E qui Spögler, che abitava sul Renon, propose un suo piano. Racconta Trivelli che l'Obersturmführer, "optante per la Germania nel 1939, venne arruolato nella Wehrmacht (ma il grado di Obersturmführer compete alle SS, ndr) e trasferito dopo l'8 settembre 1943 in Italia. La sua buona conoscenza della lingua italiana lo portò alle funzioni di interprete, e successivamente, dopo la creazione della repubblica di Salò, a diretto contatto con Mussolini. Furono probabilmente il carattere aperto e i suoi modi cortesi, che gli valsero la simpatia di Mussolini prima, e di Claretta Petacci dopo. (...) Spoegler diventò cosi l'uomo di fiducia e il consolatore comprensivo e benevolo, dell'uno e dell'altra. Non deve quindi stupire se quest'uomo ha potuto più degli altri conoscere i loro propositi, i loro improvvisi entusiasmi, i loro litigi, i loro scatti di irrefrenabile gelosia. Diventa quindi comprensibile e logico, che a lui entrambi si rivolgessero quando balenò il proposito della fuga". Si legge nel racconto di Spögler che Mussolini anche a Gargnano non rinunciava a brevi incontri con sue ammiratrici. La Petacci venne a sapere di una "signora lombarda", scenata di gelosia al telefono e "quella sera stessa la Petacci salì su una macchina scura guidata da Franz Spoegler e partì, adiratissima, alla volta di Merano. Per tre giorni Mussolini la cercò disperatamente; una sola persona sapeva dove la donna si era rifugiata; ma gli ordini di lei erano stati precisi: "Ben" non doveva sapere. E Spoegler non disse nulla (...). Parti e utilizzò i quattro giorni che gli erano stati concessi (per rintracciarla) per compiere la "missione", per recarsi sull'altipiano del Renon ed effettuare una breve escursione nella località dove Mussolini avrebbe dovuto rifugiarsi. Allo scadere del quarto giorno fece ritorno a Gargnano e riferì che era riuscito a sapere dove la Petacci si trovava. Mussolini, che in tutto quel tempo si era tormentato in una incertezza penosa, non seppe resistere e lo pregò di condurlo a Merano". Seguendo il racconto si apprende che Spögler e Mussolini partirono in auto sull'imbrunire, vennero fermati a tre posti di blocco della Wehrmacht ma poterono proseguire (Mussolini era in abiti borghesi), attraverso Trento e Bolzano, fino a Merano, ove giunsero prima di mezzanotte. "Tenero e patetico insieme fu l'incontro fra Mussolini e Claretta: sembrava non si vedessero da mesi. Mussolini non scese dalla macchina: attese la donna nell'interno. Di questa sua improvvisa scappata a Merano non si seppe mai nulla; fu in ogni modo l'unica volta che si allontanò senza avere avvertito preventivamente il comando tedesco". Passano i giorni, l'epilogo s'avvicina, e Mussolini - così Spögler - perfeziona il piano della Petacci: "Prima tappa Brescia, poi attraverso il Tonale alla Mendola e quindi a Bolzano. I lasciapassare di ogni tipo e colore, di cui Franz Spoegler era in possesso, sarebbero stati sufficienti ad evitare qualsiasi meticoloso controllo". Sarebbero dovuti salire sull'altipiano del Renon evitando la funicolare (troppo pericoloso) ma scegliendo un itinerario più articolato, salendo dalla val Sarentino a Lana al Vento (Windlahn) per raggiungere il maso Jäcker, dove sue anziani contadini li avrebbero ospitati. Oggi Franz Spögler non c'è più ed identificare quel maso non è facile. In zona esiste un maso Jöcher, un altro si chiama Jöchler: difficile. Comunque, non se ne fece niente. Gli eventi precipitarono, si scelse il progetto Pavolini (raggiungere la Svizzera percorrendo il lago di Como), ma la colonna tedesca cui Mussolini e la Petacci s'erano aggregati fu intercettata dai partigiani. Il resto è storia. Una storia, comunque, ancora non del tutto chiarita nelle sue modalità, così come pesano non pochi interrogativi sull'attendibilità del racconto dell'Obersturmführer Franz Spögler.
Mussolini e Claretta esposti a piazzale Loreto (Milano)
"Supera i cinque milioni la somma sottratta dall'Oberbacher al provveditorato agli studi".
Giunge al piccolo zoo di Bolzano l'aquila di Sluderno. Il rapace aveva ucciso a monte di Sluderno una femmina di capriolo, incapace a muoversi per la tanta neve. Alcuni boscaioli avevano assistito alla scena, e quando l'aquila si allontanò piazzarono in prossimità della carogna una trappola. Il rapace fu così preso, si difese ma fu ugualmente trasportato in una cesta a Bolzano. "Il guardiacaccia si recava alla sede della Federazione della caccia ove oltre al complimento d'uso riceveva le cure del dott. Bernardelli per le ferite riportate". Poi il rapace fu portato nel piccolo zoo di Parco, ove fu rinchiuso in una voliera che oggi non esiste fortunatamente più.
Un anziano male in arnese si presenta all'ospedale accusando un malessere. Non ha documenti ma dichiara d'essere il principe Rodolfo d'Asburgo, figlio di Francesco Giuseppe. Sarebbe stato rapito dalla culla a Vienna quando aveva solo 34 giorni. Accertamenti, e dopo giorni si accerta trattarsi del 78enne Angelo Collombo, del Comasco. Ma egli sostiene che è stato bensì allevato dalla famiglia Collombo, ma la sua origine era principesca. E' stato rimandato a Como.
(A.Adige 22/3/1950) A conclusione della breve stagione operistica al teatro Minerva si è andati in scena con il Rigoletto, a prezzi popolarissimi per le maestranze e gli impiegati degli stabilimenti della zona industriale. "Esito felicissimo".
(A.Adige 23/3/1950) Riprendono le conferenze del Circolo universitario cittadino. In programma Vincenzo Errante, Francesco Pastonchi, Manara Valgimigli. Annunciato per l'anno prossimo Diego Valeri.
(A.Adige 24/3/1950) "Vita impossibile dei senzatetto - Si può essere sfrattati anche da un porcile". Nell'articolo si legge la vicenda allucinante della famiglia del minatore Paolo Montibeller (moglie, tre bambini di 9 anni, 3 anni e 3 mesi). Casa bombardata, trovano alloggio in una stanza in via Miramonti pagando al precedente inquilino una "buonuscita", ma entrano in conflitto con la proprietaria, che impone loro di andarsene. In municipio riescono solo ad affidare i tre bambini ad un istituto. Allora i Montibeller si installano in un ex-porcile che i precedenti "inquilini" avevano sgomberato. Ma l'ufficiale sanitario dichiara il locale inabitabile. Si prospetta oltretutto il suo abbattimento per lasciar posto ad un futuro condominio. Chi si prenderà cura della famiglia Montibeller?
(A.Adige 25/3/1950) Si torna a parlare della "villa Acquarone", nel cui parco era stato trovato il diario di Claretta Petacci, amante del Duce. Ci sarebbe un altro tesoro da recuperare, ma questa volta autentico: ori e gioielli interrati da un alto ufficiale tedesco, ora cittadino austriaco. Un suo emissario, già ai suoi ordini, si sarebbe incontrato a Bolzano con una persona disposta ad aiutarlo nel recupero.
(A.Adige 26/3/1950) Miriam Petacci, sorella di Claretta, viene a Bolzano con un giornalista milanese per farsi raccontare da Spögler gli ultimi giorni dell'amante di Mussolini, e recuperare eventuali documenti. S'incontrano in un caffè del centro e si parlano per un'ora. Dall'articolo, scritto anche questo da Guido Trivelli, si apprende che il maso Jäcker nel quale si sarebbe dovuto rifugiare Mussolini è sito su un costone e si trova a qualche chilometro dalla località "Madonnina". Il Duce e la Petacci avrebbero dovuto rimanervi quattro o cinque anni. Franz Spögler faceva parte della colonna nella quale s'era inserito anche Mussolini con la Pertacci, che però furono poi presi prigionieri dai partigiani. E fucilati.
Al conservatorio dà concerto il "Trio del Mozarteum" di Salisburgo. Il critico lo definisce "mediocre".
(A.Adige 1/4/1950) E' il primo aprile e il giornale annuncia che l'aquila da poco ospite del mini-zoo di parco Petrarca sarà liberata alle 13. Naturalmente, è un pesce d'aprile. Qualcuno ci abbocca.
Nono appuntamento della Società dei concerti. Suona il pianista triestino Angelo Kessissoglu, dal "temperamento rigoglioso e capricciosamente ardente". Giudizio positivo.
(A.Adige 2/4/1950) I tempi migliorano, il giornale esce ora a otto pagine. Prezzo lire 20.
Il giornale pubblica un disegno che illustra come apparirà la nuova piazza Sernesi, col futuro "grattacielo" dell'architetto Plattner. Sull'area c'è una piccola costruzione che sarà abbattuta. E poi sterpaglie.
(A.Adige 6/4/1950) I primi del novembre 1949 nell'alloggio del custode dell'ospedale ci fu un giallo. La domestica 20enne Carolina Niccolini fu trovata in fin di vita. Barbiturici? Alla sua morte si aggiunse quella del custode Giuseppe Lanziner, 49 anni, scomparso e trovato dopo giorni senza vita su una panchina di Livorno. L'esame autoptico della ragazza accerta che era deceduta per un'insufficienza renale e sopravvenuta broncopolmonite. Quanto al Lanziner, si parla di un fatto cardiaco. A quanto pare, niente giallo.
(A.Adige 7/4/1950) Il giorno di sabato santo il duomo, semidistrutto dalle bombe, riapre i battenti. Una processione vi riporta il santissimo ed immagini sacre. "Precedevano nell'ordine gruppi di scolare e di scolari. Indi seguivano gli uomini dei due gruppi etnici e il baldacchino del Santissimo. Subito dopo venivano le autorità cittadine, le congregazioni religiose ed un fitto gruppo di donne. Il corteo religioso alla sua entrata nel Duomo è stato accolto dalle note dell'"Alleluja" di Haendel e dal "Te Deum". Subito dopo è stata impartita la benedizione".
(A.Adige 11/4/1950) Un lungo articolo a firma Corrado Prati racconta una storia di gerarchi nazisti fuggiti verso lidi lontani transitando per l'Alto Adige, e Bolzano in particolare. S'è arrestato "il più pericoloso contrabbandiere di clandestini del dopoguerra", il 35enne Martin Recher che faceva la spola attraverso il confine austro-italiano in val Venosta. Sorpreso dalla guardia di finanza e tradotto a Malles. dopo essere sfuggito ai carabinieri, mentre tentava l'espatrio in Austria, il Recher confessa di essere riuscito ad accompagnare clandestinamente in Alto Adige una trentina di persone, "quasi tutti ex-gerarchi, di averli accompagnati attraverso le montagne del Tirolo in val Venosta e di qui a Bolzano ed a Genova", dove venivano forniti di documenti falsi ed imbarcati. S'era messo in società con tale Mogwitz, ed insieme avevano accompagnato fuggitivi come il generale Jahnke, "accusato dagli inglesi di aver fatto massacrare diecine di prigionieri di guerra". Altri fuggiaschi eccellenti sarebbero stati il generale dell'aviazione Adolf Galland, il Gauleiter dell'Alpenvorland (province di Bolzano, Trento e Belluno) Franz Hofer, e addirittura il delfino di Hitler, Martin Borman, "i cui figliuoli, come è noto, frequentano la scuola media in un collegio nei pressi di Bolzano". Nomi e situazioni, comunque, da confermare.
Un comunicato del comune, in risposta a precedenti illazioni giornalistiche su un'epidemia di difterite tra neonati, precisa che all'ospedale dal 20/1/1949 al 15/2/1950 si sono verificati sette casi di difterite tra neonati, cinque dei quali sono morti, " che altri tre casi mortali per malattia infettiva che si considerano contratti in ospedale si sono verificati tra il 25/3/1949 ed il 12/1/1950, che non esiste un'epidemia difterica in atto".
(A.Adige 112/4/1950) "Visto un disco volante - da alcuni abitanti di Laives". Lasciava dietro di sé una striscia rossa.
(A.Adige 13/4/1950) Al "Corso" la compagnia di Nino Besozzi raccoglie "il più vivo successo". In scena "Avventura del protagonista di Guglielmo Giannini e "La casa in ordine" di Pinero. L'iniziativa è dell'azienda di soggiorno. Seguiranno due recite in tedesco.
Corso Libertà e piazza Mazzini sono in buona parte ancora da costruire. Ci sono le strade, non le case. Ma si annunciano prossimi lavori.
(A.Adige 14/4/1950) Situazione pesante allo stabilimento Lancia, ove si annuncia la sospensione di 600 operai.
Bolzano al primo gennaio 1950 contava 77.978 abitanti.
Il 34enne Mario Renter, abitante in via Ospedale, viene arrestato nell'Alessandrino per una tentata rapina e tradotto a Bolzano, dove si sospetta sia l'autore di altre rapine. Si prospetta la possibilità che abbia ucciso il 9 aprile 1948 in una tintoria di via Ospedale Anna Tschudat. Ma la cosa non pare aver seguito.
(A.Adige 22/4/1950) Anche a Bolzano manifestazioni di solidarietà con la popolazione italiana dell'Istria, ormai praticamente annessa alla Jugoslavia. Un corteo. Nel salone del Conservatorio affollata assemblea con discorso dell'avvocato Ventrella.
(A.Adige 25/4/1950) Dopo il caso della salma scomparsa del caporale Metelli al cimitero militare di San Giacomo, si apre un altro enigma. Titolo: "C'era il corpo di uno sconosciuto nella tomba di Tolmino Boccaletti". Anche in questo caso il defunto era stato ucciso negli scontri con militari tedeschi l'8 settembre 1943, la sua salma con altre 40 era stata inumata in una fossa comune, poi riesumata con le altre e traslata al cimitero di San Giacomo. Vengono i parenti del Boccaletti per recuperare i resti e trasportarli al paese, ma quello che emerge è quello che resta di uno sconosciuto. "Il fatto può trovare una sufficiente spiegazione nella circostanza della confusione di quei giorni (...) e nella affrettata sepoltura di cui le 41 salme furono oggetto (...) Restano dei 41 caduti nel cimitero di San Giacomo ancora 28 salme: tredici sono state consegnate ai parenti che ne avevano fatto richiesta".
(A.Adige 26/4/1950) Si parla ancora dei Petacci. Nasce infatti a Merano un contenzioso su una villa-castello - lo Schildhof - già di proprietà di conti ungheresi ed acquistato nel 1943 da Marcello Petacci, fratello di Claretta, l'amante di Mussolini.
(A.Adige 27/4/1950) Otto ebrei sono stati fermati a Prato alla Drava mentre tentavano di raggiungere clandestinamente l'Austria. Il caso di aggiunge a quello dei 30 ebrei fermati a Vipiteno per lo stesso motivo. Non si comprende il perché di questi ebrei che - lasciata a quanto sembra la Palestina - vogliono tornare nel centro Europa.
(A.Adige 28/4/1950) Il giornale racconta una bufala della viennese "Neue Post", secondo la quale nel gruppo del Catinaccio si sarebbe arroccata dalla fine della guerra una unità consistente ed armata di SS, pronti a tornare a combattere. Si pagherebbero il loro sostentamento con oro puro, per la gioia dei fassani.
Dopo due anni di assenza torna a suonare il "Trio di Bolzano": Carpi, Montanari e Valisi.
(A.Adige 3/5/1950) Torna dall'URSS il terzo scaglione di altoatesini ex-Wehrmacht già prigionieri dei sovietici. Sono 29. Folla alla stazione, con familiari, parenti, autorità e la banda di Dodiciville. In un campo nei pressi di Kiev un altro centinaio di prigionieri attende di poter tornare a sua volta.
"Con una coltellata al cuore si uccide un contadino a Sarentino". Si chiamava Peter Hill, aveva 47 anni, era soggetto a "una forma di misticismo e paura insieme".
"Anche a San Giacomo avvistati dischi volanti". Un'ipotesi: si tratterebbe di fenumeni dovuti "alla elevatissima frequenza di un campo elettromagnetico".
(A.Adige 4/5/1950) Al museo si espongono i bozzetti realizzati da artisti della nostra regione per un nuovo monumento all'alpino a Brunico, dopo che quelli precedenti sono stati due volte distrutti. Il pubblico sarà chiamato ad esprimere un suo parere, così anche successivamente a Brunico. Sarà realizzato con le offerte raccolte tra gli alpini in congedo di tutt'Italia.
(A.Adige 7/5/1950) Il giornale pubblica con rilievo una complicata vicenda risalente "ad un mese imprecisato del 1944, e i cui particolari si inquadrano nella luce sinistra dell'attività compiuta al Castello di Labers sopra Merano da una sezione della Gestapo nell'infausto periodo della occupazione tedesca dell'Alto Adige". Questi occhiello e titolo: "Ignorati episodi della lotta partigiana - Freddato da un ufficiale delle SS l'autista di una vettura che recava miliardi".
A Castel Labers (Merano) i tedeschi durante la guerra avrebbero stampato sterline false.
(A.Adige 9/5/1950) Titolo: "Sparirono misteriosamente 40 cassette - contenenti un miliardi e seicento milioni - Il viaggio su un automezzo del prezioso carico in un recesso della val Venosta - Assolto per insufficienza di prove in istruttoria un maggiore delle SS che guidava la spedizione".
(A.Adige 12/5/1950) La soprano bolzanina Laura Cagol (muterà il suo cognome in Carol) supera una selezione di un centinaio di concorrenti e viene ammessa ad interpretare "Traviata" a Spoleto. Sposerà negli anni il baritono Giangiacomo Guelfi.
(A.Adige 14/5/1950) La filodrammatica "Minerva" si distingue con quelle di Bressanone e Gorizia al terzo convegno di arte drammatica del Triveneto. Tra i migliori interpreti il bolzanino Stefano Lacchin.
(A.Adige 16/5/1950) Un altro incidente mortale in uno dei cantieri per la costruzione di una centrale idroelettrica, in val Sarentino. Scoppia in ritardo una mina e uccide il minatore 28enne Fioravante Quarpago, da Mel di Belluno.
(A.Adige 17/5/1950) Una notizia da Udine: "Domani i reduci dalla Russia - faranno ritorno alle loro case". Tra di loro anche tre generali. Ventinove gli altoatesini, che giungeranno però a Bolzano solo qualche giorno dopo. Siamo al quarto scaglione. Altri prigionieri si trovano ancora nel campo di Kiev.
(A.Adige 18/5/1950) Alla Corte d'Assise si condanna a dieci anni e 8 mesi Luigi (Luis) Reich, 47enne di Verano. Aveva acquistato il maso di Zaccheo Bachmann, impegnandosi però a mantenerlo vita natural durante. Una sera il 23 maggio 1939, dopo una festa, il Bachmann era rincasato alticcio e propenso alla lite venendo a diverbio con il Reich, che l'aveva ucciso, sotterrandone poi il corpo in campagna. Per anni dello scomparso non s'era saputo nulla, finché un giorno la moglie del Reich, Caterina Innerhofer, s'era presentata ai carabinieri raccontando l'accaduto. I resti dell'ucciso erano stati così ritrovati e il Reich aveva subito vari gradi di giudizio, finendo alla fine con l'essere condannato.
Muore all'ex-Gil di via Druso cadendo dall'alto l'operaio 53enne Angelo Gazzetta. Si stanno infatti ripristinando gli edifici d'epoca fascista rimasti a lungo abbandonati, e che oggi ospitano l'EURAC.
"La Madonna Pellegrina trionfalmente accolta ad Oltrisarco - Autorità e folla all'arrivo della statua venerata". E' stata esposta nella chiesa di Oltrisarco, dove sono iniziati turni di adorazione.
(A.Adige 20/5/1950) "Non ho ucciso per rapinare ma per sfuggire alla miseria". Questa la giustificazione del cinquantenne Giuseppe Werhofer, da San Martino in Passiria, che la sera del 5 giugno 1948 s'era introdotto nel maso di Giovanni Haller, imponendo a lui e ai suoi famigliari di consegnargli il denaro. Ma sopraggiunge un famiglio, Sebastiano Hell, e il Werhofer - avvertitane la presenza - gli spara una raffica di mitra attraverso la porta. Lo Hell muore. Arrestato dopo giorni, il Wehrhofer si mantiene sulla negativa finché una notte, in cella, tormentato da incubi non confessa il delitto. Viene condannato a 20 anni. Il suo commento: "Era meglio se mi davate l'ergastolo".
Piazza Mazzini nel 1950.
(A.Adige 23/5/1950) Crisi della giunta comunale: si dimettono due assessori, un socialista (Caminiti) ed un comunista (Bettini-Schettini). Non c'è accordo tra la sinistra da un lato, e DC ed SVP dall'altro.
Continuano le processioni della Madonna Pellegrini, che ora s'aggira nella zona industriale. "Consacrati" quattro stabilimenti.
Innamorato della moglie 35enne, "ma ancor solida e piacente", del padrone di un maso in valle Aurina, un famiglio aveva imposto alla coppia una vita casta. Dopo qualche tempo le attenzioni e le imposizioni del collaboratore non furono più sopportate dal padrone (quanto alla padrona, forse non se ne dispiaceva), che si rivolse ai carabinieri. In Tribunale l'innamorato incompreso è stato condannato a un anno e 10 mesi per violazione di domicilio, violenza e minacce.
(A.Adige 24/5/1950) La Madonna Pellegrina raggiunge la parrocchia di San Giovanni Bosco. Processione, canti, preghiere.
Corte d'Assise. a Tesido nel gennaio 1949 venne ucciso in una baracca un ottantenne semicieco, tale Mairantkof, che campava facendo canestri e scope. Una mattina lo si trova nel suo tugurio assassinato con un colpo di rivoltella. Il 24enne Stefano Konig confessa il delitto, poi ritratta ("I carabinieri mi hanno picchiato"). Viene condannato a 30 anni.
(A.Adige 25/5/1950) "In una fantasmagoria di luci e di colori" la Madonna Pellegrina s'aggira per le semirurali.
Le sale cinematografiche di Bolzano sono nove: "Astra", "Boccaccio", "Centrale", "Concordia", "Corso", "Druso", "Eden", "Roma", "Vittoria".
(A.Adige 27/5/1950) Il 9 giugno 1948 venne picchiato selvaggiamente in una casa di via Brennero 34 ("bassifondi bolzanini") il muratore Giuseppe Novali. Il fatto avvenne nell'abitazione della sua ex-convivente Anna Riegelsberger. A colpirlo furono la donna ed altri due. Il Novali salì faticosamente sul Renon, per trovare rifugio presso un parente, ma morì strada facendo. In Assise Pasquale Oppedisano viene condannato a 12 anni, la Riegelsberger a 10, stessa pena per Luigi Marseu.
Ecco come il giornale fotografa quel tratto di via Brennero: "Una specie di piccola corte dei miracoli ove trovano ricetto sfaccendati, mendicanti, ladruncoli, parassiti, donne di conio basso, spesso bassissimo. Ambienti nei quali la promiscuità è consuetudine, gli amorazzi abitudine anche per coloro che da tempo hanno dato l'addio alla giovinezza; le liti e le risse, la piattaforma con la quale si risolvono, spesso nel sangue, i contrasti".
(A.Adige 28/5/1950) "E' atterrato ieri a San Giacomo l'aereo che ha inaugurato la nuova linea che collega la capitale inglese con l'Alto Adige". E' un bimotore britannico che fa scalo ad Innsbruck, e raggiunge poi Bolzano. Il volo dura tre ore e 20.
Continua a muoversi per la città la Madonna Pellegrina. A sera la "peregrinatio Mariae" terminerà in Cristo Re.
(A.Adige 30/5/1950) La Madonna Pellegrina tra i fedeli di Gries.
Alla Lancia si presenta il nuovo autocarro "Beta", alimentazione a benzina, interamente costruito dalle maestranze bolzanine.
(A.Adige 31/5/1950) Titolo: "La questione delle riopzioni - verso la completa soluzione - Conclusi a Vienna i nuovi negoziati italo-austriaci).
(A.Adige 1/6/1950) Proseguono le processioni della Madonna Pellegrina. Ora la statua che raffigura la Vergine viene trasportata per vie, piazze e scuole fino a fermarsi per la notte al cotonificio Sant'Antonio.
Alla Corte d'Assise si presenta la 28enne Sonia Ballasch, dei principi - lei sostiene - von Pless Elfi, nobiltà polacca. Il 5 febbraio 1946 cinque sconosciuti, accompagnati da una donna, fecero irruzione armata nella villa meranese dei baroni Alexander e Frida Höpfner. Se ne andarono con denaro ed oggetti del valore di una ventina di milioni. Il barone accusò di aver accompagnato i rapinatori la misteriosa Ballasch, dal passato poco chiaro, nel quale s'intrecciarono - pare - contatti con nazisti e partigiani. Il barone a sua volta aveva ricoperto durante il periodo nazista incarichi di fiducia in seno all'intelligence germanica. Una vicenda molto ingarbugliata.
(A.Adige 2/6/1950) Titolazione: "La misteriosa avventuriera alla sbarra - La sedicente principessa polacca - difende rabbiosamente il suo passato - Un mazzo di rose rosse sul petto di Sonia Balasch - Entrata clandestinamente in Italia in un vagone bestiame? - L'ombra del macellaio delle Ardeatine - Violente accuse contro un emissario nazista".
Arriva a Bolzano il Giro d'Italia. Vittoria di tappa per Gino Bartali, davanti agli svizzeri Koblet e Kubler.
All'incrocio tra via Druso e viale Venezia si scontrano nottetempo un furgone e una Topolino. Muore il 32 Theo Vicari. Quattro i feriti. Il semaforo era spento. L'indomani il giornale sosterrà l'opportunità di mantenerlo in funzione anche di notte.
(A.Adige 8/6/1950) Ancora in processione la Madonna Pellegrina, con destinazione il duomo.
"Sprizzano scintille le testimonianze - al combattuto processo di Sonia Ballasch - Vivacissimo il confronto tra il barone von Hoepfner e il commerciante meranese Masten - Ma c'è anche una seconda Ballasch".
(A.Adige 9/6/1950) Un 18enne, Giovanni Parschalk, abbraccia per la prima vola sua nonna e una zia. Sua madre, spinta del bisogno, lo aveva affidato in fasce all'Istituto San Nicolò di Merano, da dove era stato trasferito all'Opera dei piccoli di P.Beccaro. Ora la polizia, interessata al caso, ha ritrovato i suoi parenti più stretti. Incontro commovente in Questura.
(A.Adige 10/6/1950) Il circo "Medrano" pianta le tende in piazza Mazzini.
(A.Adige 11/6/1950) Sonia Ballasch, sedicente principessa von Pless, viene condannata a tre anni e un mese per rapina. In attesa della sentenza aveva confidato al cronista che - una volta scarcerata - sarebbe andata dalla contessa Thun di Povo, sua madrina, oppure si sarebbe rifugiata presso i visconti di Modrone. Viene condannata ma non ancora scarcerata, nonostante due indulti e il decorso della carcerazione preventiva, perché si deve chiarire la sua posizione di straniera apolide. Nei giorni a seguire sarà tradotta ad un campo di concentramento a Farfa Sabina.
(A.Adige 14/6/1950) "Apoteosi della Pellegrina - nella giornata di chiusura delle onoranze". Folla imponente. "Elevate parole di monsignor Rauzi", vescovo ausiliario di Trento, dopo l'ennesima e stavolta ultima processione che si conclude in piazza Walther.
Giuliani e Dalmati s'incontrano nella chiesa del Sacro cuore, per commemorare San Vito, patrono di Fiume.
(A.Adige 16/6/1950) "Dal ponte sul Talvera si stanno togliendo le ultime rotaie. Il lavoro procede a ritmo accelerato e con questa ultima operazione spariranno dalla cerchia urbana le ultime tracce di quello che fu un onorato servizio tramviario". Si tolgono anche le rotaie ad Oltrisarco.
tram a Oltrisarco al tempo degli Asburgo
(A.Adige 20/6/1950) Il 27 novembre del 1949 l'onorevole Volgger insieme ad un albergatore si recò alla stazione ferroviaria di Coldrano ove pensò di saggiare il bilinguismo dei dipendenti pubblici, e si rivolse al ferroviere Mario Martini, addetto al movimento degli scambi. Vi fu una discussione vivace (il Martin non conosceva a sufficienza il tedesco), forse anche un passaggio a vie di fatto, ne nacquero inchieste ed un polemica sui giornali. Dopo sei mesi di istruttoria nelle aule giudiziarie il Tribunale decide il non doversi procedere per assenza di querela.
Il Bolzano vince a Lugo ed evita la retrocessione nel campionato di calcio.
(A.Adige 21/6/1950) Il consiglio dei ministri riammette all'esercizio professionale i notai rioptanti.
Al consiglio regionale si decide di equiparare il tedesco all'italiano. "Nelle adunanze degli organi collegiali della Regione può essere usata la lingua tedesca sia oralmente che per iscritto".
(A.Adige 22/6/1950) In prima pagina un articolo firmato da Guido Trivelli: "Il carteggio Mussolini-Churchill - probabilmente in possesso di Spoegler", che questa volta viene indicato quale tenente della Wehrmacht, e che si apprende essere stato ora arrestato su mandato della procura di Brescia. Il cronista affaccia l'ipotesi che il fantomatico carteggio sia stato affidato da Mussolini a Spoegler. Non ne uscirà niente.
"Sonia Ballasch carmelitana scalza - La protagonista della clamorosa rapina ai danni del barone Hoepfner ha optato per la vita claustrale".
(A.Adige 23/6/1950) Il Circolo Universitario Cittadino ha organizzato al "Sociale" una lettura pirandelliana a sette voci. "Consenso entusiastico di un pubblico di amici ed invitati".
Il Tribunale manda assolti distributori ed edicolanti per la vendita di due riviste "a carattere pornografico". La denuncia era partita da un comitato avente sede in via Macina (Curia) ed orientato alla sorveglianza della morale pubblica. Si trattava di vignette e fotografie di belle ragazze.
(A.Adige 24/6/1950) Sull'assoluzione di cui sopra infuriano polemiche. Il giornale precisa che il Tribunale ha assolto gli imputati per assenza di dolo. Peraltro, al contrario, "l'autorità giudiziaria, anziché attenuare, intensificherà la repressione di abusi che minano la pubblica moralità".
(A.Adige 30/6/1950) E' arrivato il grande caldo e ventimila bolzanini si spostano alla ricerca di refrigerio. "Fughe in campagna, in montagna e in piscina - Il greto del Talvera definito come la più completa spiaggia del mondo" (sic!).
Il preside del Liceo classico, Carlo Busato, va in pensione. Fu preside per la prima volta nel 1928 a Belluno, subito dopo a Parenzo (Istria), ove resse l'Istituto magistrale portandone gli allievi da 80 a 380 in otto anni, e "compiendo opera di italianità presso le popolazioni slave del retroterra". Vi fondò poi un convitto maschile del quale fu rettore fino al 1937, anno in cui fu designato alla presidenza del Liceo Carducci di Bolzano.
Si è disputato il 2° circuito motociclistico di Bolzano. Stavolta si è andati a correre alla zona industriale.
(A.Adige 2/7/1950) Un operaio che lavora su un'impalcatura di una casa in costruzione in corso Libertà, cade e muore. Si chiamava Alfredo Comunello, aveva 30 anni era nato a Tezze ed abitava a Caldaro.
La cantante bolzanina Laura Cagol si classifica prima al concorso nazionale ENAL, fase regionale.
(A.Adige 5/7/1950) Una ragazza di 25 anni, Ildegarda Zwergler, annega mentre fa un bagno nell'Isarco all'altezza di Campegno. Il corpo viene recuperato a ponte Roma.
Conclude i suoi lavori la commissione per la scelta del progetto della futura sede del consiglio provinciale. Come chiamarlo? Palazzo della Regione o - come oggi è - palazzo della Provincia?
(A.Adige 6/7/1950) "Atroce delitto di un sadico nel Tirolo - Sevizia, uccide e deruba una villeggiante dopo averla violentata - Analogie col delitto del quale rimase vittima la maestra Kutin". La villeggiante è la 43enne Helene Munro, inglese, che soggiornava in un albergo sul Patscherkofel. L'assassino viene indicato nel 48enne Guido Zingerle, che risulterà essere effettivamente anche lo stupratore ed assassino della maestra bolzanina Gertrude Kutin, uccisa il 23 maggio 1946 ed i cui resti erano stati rinvenuti l'anno successivo. In precedenza lo Zingerle era stato condannato per due stupri commessi nello Zillertal ed ad Innsbruck.
(A.Adige 7/7/1950) Al concorso per la costruzione del palazzo del consiglio provinciale hanno partecipato 12 studi d'architettura. Ha vinto il progetto degli architetti Pellizzari e Plattner. Il giornale critica la facciata. "Non si chieda ora in quale stile è stato disegnato I' edificio, ma piuttosto con quali sentimenti è stato concepito ed espresso e come si è risolto il problema dell' ambientamento naturale, storico e spirituale, al di fuori di qualsiasi imitazione stilistica". E questo è un bizzarro gioco di parole che evidentemente nasconde l'imbarazzo dei progettisti. La facciata del palazzo, infatti, pur essendo opera assai degna, denuncia l'evidente sforzo compiuto dai due architetti per mantenersi fedeli all' ormai famigerato articolo 2 del bando di concorso quando esso dice che lo studio della facciata deve rispondere "all' ambiente locale di Balzano e del suo territorio ed alle caratteristiche di un genuino stile architettonico dell'Alto Adige ". Taluni progettisti, sotto l'assillo di questa clausola-capestro, hanno tradito lo sforzo realizzando quelli che possono essere definiti semplicemente degli assurdi architettonici, degni più di una cantina sociale che di un palazzo sede dei massimi organi legislativi della Regione".
A destra il palazzo del consiglio provinciale oggi
(A.Adige 9/7/1950) Un lungo articolo sui bagni "poveri" di Bolzano. "Il greto del Talvera e anche il greto dell'Isarco sono grandi succursali del Lido. Al Lido ci vanno gli sportivi e i benestanti; sulle rive del fiume e del torrente c'è la massa anonima di chi mette via il sole per l'inverno, gratis et amore. Molta gente si scandalizza per le esposizioni abbondanti di nudo maschile e femminile fuori dai recinti del Lido e a diretto contatto con l'abitato, e questo è un fatto che senza essere sopravvalutato deve avere il suo peso nella considerazione delle autorità". Comunque "il sole e l'acqua sono patrimonio di tutti, in quanto sono elargiti dal buon Dio".
"Il lungo braccio della giustizia ha acciuffato ad oltre un anno di distanza dai fatti, un giovane che nella zona di San Giacomo si era fatta, tra le ragazze del rione, una certa fama di spregiudicato conquistatore. La materia è troppo lubrica perché possa essere trattata senza le debite cautele. Diremo semplicemente che a S. Giacomo molti genitori sono da tempo in apprensione. C'è, specie nei giovanissimi, una atmosfera di corruzione. Si parla di ragazzine di sedici anni che aggiornano anche i piccoli di otto, nove anni, ai misteri dell'amore. Si parla di convegni fra ragazzi di età ancora verdissima, nei quali i limiti della licenza vengono superati disinvoltamente. Di questa situazione si è preoccupata l'Azione Cattolica, che nel mese di aprile denuziava alla Procura della Repubblica una serie di fatti (…)". Seguono nomi, cognomi e circostanze.
(A.Adige 11/7/1950) A sud di ponte Resia si istituisce una "colonia fluviale per giovani" dai 12 ai 16 anni della parrocchia di San Giovanni Bosco.
Nuovo incidente mortale nel cantiere per la realizzazione della centrale elettrica di S.Antonio. Per il brillamento di una mina muore l'operaio 24enne Salvatore Giordano, da Pietrafitta di Cosenza.
(A.Adige 15/7/1950) Gli ampezzani sono o non sono ladini? Il dibattito si riapre in Tribunale, ma il processo viene rinviato a nuovo ruolo. Ricordiamo che il glottologo Carlo Battisti aveva querelato il giornale "Dolomiten" e don Tschurtschenthaler, della curia di Bressanone, che lo avevano tacciato di incompetenza. Battisti infatti sostiene che gli ampezzani non sono ladini, ma cadorini.
"All'esame di un gruppo di tecnici il problema della disciplina dell'acqua del Talvera - Il letto del torrente può essere ristretto su 50 metri rendendo possibile la costruzione di decine e decine di edifici nell'area disponibile" Fortunatamente. Non se n'è fatto niente.
(A.Adige 18/7/1950) La Bolzano Nuoto rinuncia alla partecipazione ai prossimi campionati italiani di tuffi. La decisione desta sorpresa, dato che la società "aveva disputato nelle trascorse stagioni i vari campionati di società conseguendo brillanti piazzamenti e conquistando il trofeo Cangiullo per tre anni consecutivi". Difficoltà finanziarie!
(A.Adige 20/7/1950) Prende consistenza l'ipotesi che l'assassino della turista inglese Helen Munro ad Innsbruck abbia violentato ed ucciso anche la maestra Gertrude Kutin, sul Guncina, nel maggio 1946. La polizia austriaca decide una taglia.
(A.Adige 22/7/1950) Anche il governo italiano offre una taglia: 300.000 lire; quella del governo austriaco è di 5.000 scellini.
(A.Adige 26/7/1950) L'Associazione Nazionale alpini ha bandito un concorso per un nuovo monumento all'alpino a Brunico, dopo che quello originale - inaugurato dal principe Umberto di Savoia - era stato distrutto in epoca nazista. Il progetto vincitore è del gardenie Rodolfo Moroder. Ma negli anni anche questo monumento sarà fatto saltare, stavolta dai dinamitardi sudtirolesi. Rodolfo Moroder ha 27 anni ed è stato alpino di leva. Ha proposto un alpino in marcia, senz'armi, mentre quello inaugurato sul finire degli anni Trenta era armato di fucile.
Nel giorno di San Cristoforo, patrono degli automobilisti, si è rinnovata in piazza Walther la cerimonia della benedizione delle automobili. Piazza affollatissima di vetture. Ha parlato mons. Odorizzi "mettendo in risalto la grande utilità delle autovetture e la necessità di metterle al servizio della pace". Schierata anche l'automobile del sindaco.
(A.Adige 1/8/1950) Due sorelle sprofondano nelle acque del lago di Monticolo. Maria Biasior, soccorsa da un bagnante, sopravvive. L'altra muore.
(A.Adige 2/8/1950) Al cinema "Boccacciio" e all'"Eden" si proiettano le registrazioni delle partite filmate del campionato mondiale di calcio, in Brasile, e inoltre il documentario "Corea in fiamme", sulla guerra in Corea.
(A.Adige 5/8/1950) Si chiude la crisi al comune di Bolzano, Ad assessori effettivi vengono eletti Corsini e Cestari, supplente Bertorelle.
Guido Zingerle, il "mostro del Tirolo", dopo la cattura (dal giornale "Alto Adige")
(A.Adige 12/8/1950) "Guido Zingerle catturato a passo Valles - da una pattuglia di carabinieri" - "Autore confesso dell'assassinio della maestra bolzanina Kutin e dell'inglese Munro". E' stato arrestato a conclusione di una battuta di quattro carabinieri, travestiti da cacciatori, in varie baite della zona. Lo si è trovato nella quinta baita della serie. "Gli erano stati tolti il sudicio cappello a cencio, che contribuiva a rendere ancora più patibolare il suo aspetto, e la sua sfilacciata giacca scura. Egli apparve così nella sua camicia a scacchi, frutto di uno dei suoi ennesimi furti, e con i suoi rozzi pantaloni militari dipinti di blu, in fondo ai quali spuntavano due solidi scarponi da montagna. Se non ci fosse stata la lunghissima barba dai riflessi rossastri che gli incorniciava le scarsissime gote e quel suo sguardo spiritato che pareva alimentato da un divorante fuoco interiore, nessuno avrebbe detto che quell'uomo quasi mingherlino, di bassa statura e di umile aspetto, era il mostro sanguinario di cui tanto si era favoleggiato in queste settimane".
Lo Zingerle ha ammesso tra l'altro d'avere violentato, prima ancora della Kutin, in un bosco nei pressi di Caldaro la quindicenne Barbara Felser. "Con agghiacciante tranquillità, senza alterare la monotonia della sua voce, ha ricordato come egli abbia incontrato la fanciulla su un solitario sentiero (…) l'abbia trascinata nel bosco dove la possedette. Zingerle rimase con la fanciulla all'addiaccio tutta la notte. Non ebbe bisogno di legarla perché la poverina, agghiacciata dal terrore, non osava muoversi di un palmo. Batteva convulsamente i denti e piangeva a dirotto, chiamando di tanto in tanto la madre. Il mattino seguente - prosegue l'articolo - il mostro trascinò la fanciulla in una grotta vicina e ve la lasciò dentro, sepolta viva, dopo averla legata ed avere ostruito l'ingresso con grosse pietre. Egli non seppe mai che la vittima, riuscita miracolosamente a liberarsi dei legami che la stringevano ai polsi, riuscì miracolosamente ad aprirsi un varco dalla sua cupa tomba ed a raggiungere stremata di forze la sua casa". Lo Zingerle ha anche dichiarato di ritenere che la Felser vi fosse morta di fame.
(A.Adige 13/8/1950) Ancora sullo Zingerle. Era nato a Ciardes il 3/9/1902. Nel1923 era stato arruolato nel regio esercito al quale aveva disertato, si era arruolato allora nella legione straniera che l'aveva inviato in Nordafrica. Altra diserzione, ritorno in Italia, a Lana fa un po' il muratore, un po' il contadino. Opta per la Germania, si sposa ad Innsbruck ove ha una figlia, viene arruolato nell'Afrika Korps, poi in Norvegia, ove diserta nuovamente. Nell'aprile del 1945 viene condannato a morte per quest'ultima diserzione, ma la Wehrmacht si sfalda ed a Malles viene lasciato libero, con un'altra sessantina di militari caricati su camion per ignoto destino.
(A.Adige 17/8/1950) Zingerle trasferito ieri alle carceri di Bolzano".
All'aeroporto un aereo precipita mentre decolla trainando un aliante. Muoiono i due avieri: Aristide Dolci e Vincenzo Desuele. Era in corso un raduno di volo a vela.
(A.Adige 25/8/1950) Ecco ora un articolo che riproduciamo pressoché per intero: dà un'idea significativa delle condizioni di vita a Bolzano nel 1950: "Porto di mare, potremmo chiamarlo, quel tratto dell'Isarco poco prima della zona industriale, nel quale vengono gettati ogni giorno quintali e quintali di rifiuti. Su questa massa di terriccio, erbe, stracci e carabattole di ogni genere che ha preso l'aspetto di uno strano isolotto, si avvicendano dalla mattina alla sera, uomini, donne e ragazzini alla disperata ricerca di qualcosa da utilizzare, non importa se un pezzo di lamiera, una vecchia pentola, od un tubo da stufa mezzo arrugginito. L,'essenziale è trovare, ricuperare un oggetto qualsiasi che possa, posto vicino agli altri, fruttare un centinaio o più di lire: è un passo avanti per guadagnarsi la giornata e per non rimanere ventiquattro ore a stomaco vuoto. E quelli uomini, quelle donne e quei ragazzini, pescano con le mani esperte in mezzo agli scarti più umili, a torso nudo o con il tronco superiore coperto da una lisa maglietta se in estate, coperti da uno sdrucito miserabile cap-potto se in inverno. E per quanto nei mucchi si sia scavato e scavato, qualcosa trovano sempre. E' un mestiere di piena e assoluta libertà; ma è un mestiere duro che si basa, in fondo sul filo dell'incertezza. Se si vuole, è anche un mestiere filosofico: insegna a riconoscere il duplice volto di ogni cosa, anche nelle più umili e ignorate. Forse, coloro che ogni giorno si danno convegno laggiù sulla riva dell'Isarco e si avventurano poi su quello strano isolotto di rifiuti, accarez-zano in fondo al cuore una speranza, come tutti del resto: di trovare qualcosa di prezioso, un piccolo tesoro, capitato li chissà come. Ed è questa una speranza che sta loro sempre accanto; con essa si alzano al mattino e con essa vanno a letto la sera, e intanto scavano con le mani, aiutandosi qualche volta con un bastone; scavano e sognano Poi, dopo sei o sette ore, si allontanano curvi con un sacco sulle spalle o trasportando una carriola; vengono in città e cercano di vendere. Con le poche lire che riescono a racimolare, entrano i una trattoria piccola e fumosa e ordinano una minestra. La mangiano piano con un po' di pane e bevono, a piccoli sorsi, un bicchiere di vino". Due fotografie testimoniano questa vita di miseria.
Un altro articolo, figlio dei tempi: "Da qualche tempo al Lido sono state applicate norme rigorose contro le ostentazioni del nudo. La sorveglianza è intensa dentro e fuori. Minossi della situazione, la squadra del buon costume della questura e vigili urbani. A quanto pare, i tutori dell'ordine esplicano le loro mansioni con uno zelo encomiabile. Sono intransigentissimi. Nulla da eccepire in tutto questo, se non l' assurdità di una misura che permette il seminudo nell'interno del Lido, ma lo proibisce assolutamente nelle posizioni esposte. Difatti, i bagnanti andavano, un tempo, nelle ore pomeridiane, a fruire dell'elioterapia sulle terrazze esterne del Lido. Ora devono stare lontani agli occhi dei profani. Ci si chiede: è il caso che tanti vigili urbani, cosi utili per la disciplina del traffico cittadino e per la repressione degli abusi dei ciclo-motociclisti sulle passeggiate e nei giardini, deb-bano essere permanentemente utilizzati per un servizio cui dovrebbe provvedere direttamente la direzione del Lido? E, perché il Lido non provvede a creare un diaframma tra le terrazze ed il mondo esterno? Magari un paravento di foglie di fico ... !"
(A.Adige 2/9/1950) Scendendo dal treno "il viaggiatore prosegue per viale Stazione (…) e scorge poi i resti di quello che fu uno dei simpatici teatrini dell'Alto Italia (…). Ci si dice che siano alle viste le misure per nascondere agli occhi del pubblico questa autentica bruttura, ma, salvo errori, l'assicurazione è già stata fatto un anno fa".
Così appariva ancora il teatro di Bolzano nel 1950
(A.Adige 3/9/1950) "Affrontano i ghiacciai con incosciente audacia e giocano la vita per cogliere una stella alpina - Trenta morti in quattro settimane lungo l'arco alpino".
(A.Adige 5/9/1950) Si conclude il secondo premio pianistico internazionale intitolato a Ferruccio Busoni. Anche questa volta il massimo riconoscimento non viene assegnato.
Esplode una caldaia alla "Feltrinelli", in zona industriale. Muore l'operaio 21enne Lino Condera.
Si processano in Tribunale i responsabili, direttori e cronisti, dei giornali "Alto Adige", "Dolomiten" e "Volksbote" per aver pubblicato "ritratti di persone che hanno commesso delitti". Il riferimento è ad articoli relativi alla cattura del pluriomicida Guido Zingerle. Saranno assolti.
(A.Adige 7/9/1950) La bolzanina Anna Patti si classifica quarta al concorso nazionale di Miss Italia.
(A.Adige 13/7/1950) Si è aperta in via Marconi 7, presente uno stuolo di autorità, una mostra di 150 pittr4ici italiane.
A Napoli si è svolto il 45esimo congresso della "Dante Alighieri". Primo oratore è stato il dott. Acrisio Bianchini, che si è occupato della difesa dell'italianità dell'Alto Adige. Tra l'altro: "Prima di passare oltre ad esaminare il problema, il dott. Bianchini da la parola ai numeri, e dice che la situazione della popolazione nelle grandi città e in prevalenza costituita dal gruppo italiano, nei borghi e nelle campagne la prevalenza è del gruppo tedesco, così che una o due famiglie italiane si trovano sommerse nella marea tedesca. La provincia comprende 328 mila abitanti dei quali 126 mila italiani, 199 mila tedeschi, 12.500 ladini. A Bolzano vi sono 46.000 italiani, 30.000 tedeschi. In quanto alla lingua, si crede dal partito di opposizione, che tiene nelle mani la Giunta, di dover imporre la conoscenza del tedesco a tutti: nella corrispondenza ufficiale si vuole adoperare il tedesco, alle autorità militari rivolgersi in tedesco, mentre gli articoli dello statuto affermano la necessità della bilinguità dell'ufficio, nonché degli impiegati. Cosi anche per le tabelle e per la toponomastica. In omaggio alla sua condiscendenza il Governo ha istituito scuole tedesche di ogni genere e grado, rette da professori tedeschi nelle quali l'italiano è insegnato da tedeschi ed è collaterale. Non solo, ma il provveditore agli studi deve aver prima il placet della Giunta provinciale, mentre i suoi coadiutori sono tedeschi. Nei piccoli centri i pochi italiani devono, per forza, mandare i figli alle scuole tedesche sotto pena di rappresaglie. Essi sono (lo abbiamo detto) sommersi dalla marea tedesca. Avviene in tal modo che la nuova generazione è messa a poco a poco nell'orbita tedesca, si intedeschizza, mentre è proprio sui giovani che si deve contare non solo per la resistenza attuale, ma per quella futura".
(A.Adige 14/9/1950) A ponte Roma esiste ancora il passaggio a livello con la linea ferroviaria che porta a Merano. Scontro tra un autocarro e un treno merci.
(A.Adige 16/9/1950) L'operaio Luigi Faes 63enne viene ucciso da una scarica elettrice nel posso idraulico comunale di via Bari.
(A.Adige 19/9/1950) Titolo: "Il museo cittadino ha riaperto i suoi battenti" dopo una chiusura di una decina d'anni. All'origine della chiusura una questione nata sulla base di un accordo tra i regimi fascista e nazista, che prevedeva l'esportazione in Germania degli oggetti d'arte appartenenti alla cultura tedesca. Il fascismo era ben felice di liberarsene, il nazismo aspirava a farli suoi, fu defenestrato il novantenne barone Eyrl che presiedeva la commissione museale e che si opponeva alla spartizione, e fu imposto un regime commissariale. Il commissario tedesco fu il dott. Ringler, a commissario italiano fu designato il sovrintendente alle Belle Arti il quale delegò il prof. Nicolò Rasmo, trentino, che però si oppose con tutti i mezzi al depauperamento del museo. Così cadde in disgrazia presso i nazisti che il 9 settembre del 1943 lo internarono in un campo di concentramento. Il museo, chiuso per questa diatriba ed anche perché si erano messe in salvo opere d'arte passibili di danneggiamenti per i bombardamenti, riapre ora.
Il prof. Nicolò Rasmo
Viene ammesso alla liberazione condizionale il bolzanino Anton Egger condannato a 24 anni (in data 31/10/1946) dalla Corte di Assise di Trento, perché implicato in una strage compiuta a Riva del Garda dai nazisti il 28/6/1944. Fu ucciso l'avvocato Franco Gerardi, da Limone di Riva. L'Egger ammise di aver partecipato all'azione (arresto di partigiani) ma negò di essere stato presente alla fucilazione.
In un confronto a Mantova i pugili bolzanini s'impongono alla rappresentativa mantovana.
(A.Adige 20/9/1950) L'Alto Adige si riapre al turismo. Durante la stagione estiva si sono avute un milione di presenze; 22 miliardi l'incasso.
(A.Adige 21/9/1950) Al cinema "Roma" si proietta "Il diavolo in corpo", con Micheline Presle e Gerard Philippe. Pruriginosa la pubblicità: il film è annunciato "in edizione originale e integrale francese".
(A.Adige 23/9/1950) Il ministro alle Finanze Vanoni inaugura la III Fiera internazionale di Bolzano, alla quale sono presenti 1.268 espositori dei quali 548 esteri. Al grande corteo folcloristico prendono parte 34 carri, 24 bande, migliaia di persone.
(A.Adige 27/9/1950) Per domenica si annuncia al "Corso" il debutto del "Carrozzone", la compagnia di Fantasio Piccoli, che presenterà nei giorni "Il Miles gloriosus" di Plauto e "Un curioso accidente" del Goldoni.
(A.Adige 28/9/1950) C'è la Fiera e in piazza Mazzini, ancora in terra battuta e per oltre metà inedificata, apre i suoi baracconi un luna park. La piazza ospitò anche vari circhi.
(A.Adige 29/9/1950) A proposito dell'annunciato debutto della compagnia del "Carrozzone" a Bolzano in un articolo siglato e.m. si legge: "Coinciderà quest'incontro con una rinascita del teatro bolzanino? Ce lo auguriamo ardentemente". Sarà così: negli anni il "Carrozzone" diventerà il "Teatro Stabile" della città di Bolzano.
La compagnia del "Carrozzone". Al centro Fantasio Piccoli. Tra gli altri Romolo Valli, Adriana Asti, Valentina Fortunato, Renata Padovani.
(A.Adige 1/10/1950) L'operaio 47enne Giuseppe Gilberti viene investito e ucciso da un'automobile in via Druso.
Al "Corso" vanno in scena a giorni la "Boheme" e il "Barbiere di Siviglia".
Prosegue la dibattuta vicenda di Francesco Paternò Castello principe di Emmanuel, figlio del duca siciliano di Caraci, arrestato a Merano per aver - questo dice l'accusa - rubato argenteria in un albergo, truffato, distribuito abusivamente titoli nobiliari ed altro. E' in carcere a Bolzano. Se ne parlerà diffusamente nei giorni seguenti.
(A.Adige 4/10/1950) Nella zona di S.Giustina in una cava una frana investe e uccide un bambino che vi gioca, Ermanno Obkircher di dieci anni.
(A.Adige 5/10/1950) "Il Convitto di Bolzano deve vivere e prosperare": un lungo articolo in prima pagina del glottologo prof. Carlo Battisti.
"Per iniziativa dell'Ente Fiera i bolzanesi avranno oggi nel pomeriggio la possibilità di vedere librarsi nel cielo un elicottero".
"Una novità: l'elicottero alla Fiera di Bolzano"
(A.Adige 6/10/1950) Ieri l'elicottero è atterrato alla fiera - Un nuovo motivo di attrattiva per la rassegna commerciale atesina".
Torna alla ribalta, per concludersi, il processo sulla "ladinità" dell'Ampezzano. Tra il prof. Carlo Battisti (che la nega) e mons. Tschurtschenthaler (che la sostiene) si addiviene ad una dichiarazione comune con la quale, pur mantenendo ciascuno le proprie convinzioni scientifiche, si considerano come non scritte le frasi per le quali si erano reciprocamente querelati.
(A.Adige 7/10/1950) "Lieto successo" per il "Barbiere" presentato il giorno 6 al "Corso".
"Il rimpatrio dei rioptanti - Dall'agosto scorso ne sono giunti ufficialmente tremila, oltre a quelli rimpatriati con mezzi propri - L'ultimo convoglio giunto ieri a Bolzano".
(A.Adige 8/10/1950) Prosegue il tormentone sul "principe di Paternò". Si fa viva da Catania la sua prima moglie che - con una lettera al giornale - afferma che il suo ex marito non è né principe, né duca, ma un alcolizzato, morfinomane, cocainomane, come attestato dal prof. Canestrini, perito psichiatra al Tribunale di Trieste.
(A.Adige 10/10/1950) Un titolo: "Deve cessare l'anarchia urbanistica - Esistono troppe brutture autorizzate perché possano essere consentite anche quelle non autorizzate". Dopo i bombardamenti s'è ricostruito senza criterio, e senza criterio sono sorte anche case dettate solo dalla fretta di ovviare alla mancanza di alloggi.
(A.Adige 11/10/1950) Un appello alla cittadinanza: "Diamo una radio ai detenuti del carcere".
Il "principe di Paternò", scarcerato, dichiara di essere un vero principe. Il tormentone continua.
(A.Adige 12/10/1950) Il "Carrozzone" si ferma a Bolzano per diventare Teatro Stabile.
(A.Adige 17/10/1950) Avvenne il 4 dicembre 1949, ed è una storia di miserie. Alla caserma Wackernell di Bolzano abitano, in alloggi di fortuna, famiglie di senzatetto. La coabitazione spesso è difficile. E' il caso della famiglia Balbo: padre, madre (Emma Kaserer 33 anni), e tre bambini Aldo, Maria e Anna Maria, il primo di sette anni, l'ultima di due anni e mezzo. I bambini giocano e fanno rumore, una vicina - Maria Casoni Perbellini - attacca perciò lite con la Kaserer, quest'ultima esasperata prende la figlia più piccola e la scaraventa fuori dalla finestra, in cortile. Un volo di sei metri, ma Anna Maria cade su un tappeto di trucioli e sabbia e si rialza illesa. Comunque, processo. La Kaserer-Balbo viene riconosciuta colpevole di mancato omicidio aggravato e condannata a otto anni di reclusione, con l'indulto di tre.
(A.Adige 18/10/1950) Corte di Assise. Il renaiolo 37enne Aldo Magri il 28 giugno 1949 aveva aggredito un gruppo di ragazzi che facevano il bagno nell'Isarco, in prossimità del Virgolo, ove egli si recava con un camion a procurarsi la sabbia. I ragazzi avevano manomesso, costruendo nuovi sbarramenti di sabbia o distruggendoli, alcune buche, nelle quali confluiva l'acqua per depositarvi la sabbia. In un accesso d'ira ne ha inseguito uno a sassate costringendolo a buttarsi nel fiume, pur non sapendo nuotare. Il ragazzo, Renato Giovannelli, affoga. Il Magri viene condannato a sei anni per omicidio preterintenzionale.
(A.Adige 19/10/1950) Corte d'Assise. Il 18 settembre 1949 nella baracca di un cantiere idroelettrico di Maranza due operai giocano alla morra. Nasce un contrasto e il 50enne Giovanni Torcaso, da Platania, uomo violento già condannato per omicidio preterintenzionale, infligge una coltellata al 45enne Giacinto Cavalieri, uccidendolo. L'uccisore viene condannato a 24 anni.
Nei giorni a seguire il cronista scrive un articolo di colore su una famiglia di passerotti che hanno fatto il proprio nido nella sala della Corte d'Assise, tra i tralicci che coprono un affresco di sapore fascista, per nasconderlo. "Cinguettano i passeri mentre i 'cannoni' del foto tuonano; bisbigliano i passeri se il presidente alza la voce, percorrono l'aria greve dell'aula solenne, con rapido volo, mentre vengono scanditi gli anni al quadrante della giustizia. Escono attraverso le serrande di vetro, a loro piacimento in cerca d'esca, di aria, di luce e tornano, a loro piacere. La loro presenza, la loro briosa vitalità, porta una nota di gentile gaiezza, nel grigiore impersonale della sala".
(A.Adige 22/10/1950) Il fotografo Aldo Pedrotti, sospettato di avere fatto dello spionaggio a favore di una potenza dell'Est, viene scarcerato in quanto assolto in istruttoria.
(A.Adige 24/10/1950) E' ospite di Bolzano re Leopoldo del Belgio, che ha recentemente abdicato al trono, a favore del figlio Baldovino. Suo padre Alberto, appassionato scalatore, aveva frequentato spesso - scalandovi cime impegnative - la zona dolomitica, prima di morire mentre in Belgio scalava una breve parete. Leopoldo soggiorna con la consorte all'hotel Grifone.
(A.Adige 25/10/1950) Corte d'Assise. Il 5 aprile 1948 lungo la strada da Appiano a San Paolo fu ucciso con due colpi di pistola il sarto 45enne Luigi Marseller. Il responsabile venne indicato nel 43enne Antonio Bertignol, possidente; la motivazione del delitto fu ravvisata in pendenze per debiti di gioco. Processo indiziario, il Bertignol nega, ma viene condannato a 28 anni di reclusione.
(A.Adige 27/10/1950) L'Austria minaccia di astenersi dalla prossima fiera di Bolzano se dall'ufficio stampa non verrà allontanato il dott. Bernhard Zallinger-Thun, cittadino austriaco, reo d'aver scritto e pubblicato - in tedesco - un libro col quale espone l'inutilità delle rivendicazioni irredentistiche sul Sudtirolo.
(A.Adige 28/10/1950) In prima pagina: "Le questioni essenziali dell'Alto Adiuge - illustrate alla Camera dall'on. Facchin" - "I 120mila cittadini di lingua italiana di Bolzano (s'intende evidentemente di tutta la provincia, ndr) godono oggi di benefici dell'autonomia regionale, ma debbono sopportare il peso di quella provinciale".
"Concesso un contributo statale - per l'attuazione del teatro stabile". La compagnia del "Carrozzone" si sposterà entro novembre a Bolzano ed inizierà subito la sua attività. Dell'ammontare del contributo statale il giornale si limita a scrivere che è "notevole". Gli spettacoli saranno tenuti in parte al cinema "Corso", in parte al Conservatorio.
Un altro titolo: "La statua della Vergine ricollocata sul suo antico piedestallo. Alla base quattro figure distrutte dalle bombe saranno sostituite da portafiori. Il monumento - un'alta colonna con la Madonna al suo vertice - fu eretto nel 1909 a ricordo della peste che devastò Bolzano nel 1836 e portò il lutto in 216 famiglie. Si impetrò l'intervento della Madonna e l'epidemia cessò; così "a grazia ottenuta gli altoatesini, in segno di riconoscenza, decretavano di erigerle un monumento che fu appunto inaugurato l'8 dicembre del 1909". La Madonna fu realizzata dallo scultore Andrä Kompatscher. Per lo spostamento d'aria provocato da una bomba, lo zoccolo del monumento fu spostato di 40 centimetri. In attesa dei restauri, la statua - rimasta quasi illesa - era stata custodita in un magazzino di Gries.
Ultimo processo in corte d'Assise a carico di cinque operai di un cantiere idroelettrico nei pressi di Maranza, che avevano violentato in gruppo una diciannovenne. La Corte irroga complessivamente agli imputati ben 35 anni di reclusione. La vittima, a udienza conclusa, esprime il suo disappunto perché la condanna le è apparsa troppo severa.
(A.Adige 29/10/1950) La grave situazione alla scuola media Manlio Longon: "Aule sovraffollate e lezioni nei corridoi". I genitori protestano: "Il signor Pasquale Barbato, residente in via Diaz, padre di un frequentante, nel segnalarci che suo figlio ha già perso 11 lezioni, ci ha informato che in una classe della scuola da giovedì scorso le lezioni si svolgono addirittura in un corridoio angusto e soggetto a pericolose correnti d'aria, mentre ben quattro locali della scuola risultano occupati da uffici del comune". La prima classe H ha ben 55 alunni.
(A.Adige 31/10/1950) Da un articolo sui controlli veterinari si apprende che Bolzano ha 80.000 abitanti.
(A.Adige 2/11/1950) La gran parte delle strade di comunicazione altoatesine sono ancora in terra battuta. Occorrono quasi due miliardi per "depolverizzarle". Le strade statali della regione si estendono per 1.200 chilometri, di questi 750 sono asfaltati, ma 450 cono ancora da "depolverizzare".
Al teatro "Minerva" si annunciano "Cavalleria", "Pagliacci" e "Tosca". Ma non se ne farà niente.
Si annuncia che il grande pianista Arturo Benedetti-Michelangeli insegnerà al Conservatorio musicale.
(A.Adige 11/11/1950) Titolo: "Grande successo di Laura Cagol - al teatro dell'opera di Roma". Interpretava l'opera "Ecuba" di Bruno Rigacci. La Cagol, poco più che ventenne, avrà il suo debutto vero e proprio al Comunale di Bologna, ove canterà in "Turandot".
(A.Adige 14/11/1950) Il 32enne Ernesto Schifferegger di Bolzano viene condannato dalla corte di Assise di Perugia (processo rinviato dalla Cassazione) per reati commessi a San remo quando apparteneva alle SS. Si tratta di requisizioni arbitrarie e lesioni volontarie gravi. Dodici anni di carcere, dei quali otto condonati.
Titolo: "Venti imputati in Tribunale per le procaci donnine del Wiener Magazin". Distributori ed edicolanti altoatesini, e non solo, finiscono sul banco degli imputati. Rinvio per questioni procedurali. Poi (10 dicembre) saranno assolti tutti.
Un vigile urbano viene condannato a 125 giorni per omessa denuncia. Una donna era stata sorpresa nella chiesa di Cristo Re mentre rubava dalla cassetta delle elemosine: s'era impadronita di 62 lire. Piccolo assembramento all'esterno, la donna in lacrime, il vigile interviene, un padre domenicano lo prega di soprassedere, il prete la invita in convento per rifocillarla con una minestra, il vigile lascia perdere. Ma il suo gesto viene risaputo, e così lo si condanna.
(A.Adige 15/11/1950) In un articolo in prima pagina si propone l'istituzione di un'università bilingue a Bolzano.
(A.Adige 19/1/1950) Il sindaco Ziller ispezione il "campo sportivo" nel greto dle Talvera, in pratica una pietraia, rimasta tale dai tempi degli Asburgo. Si costruiranno due baracche da adibire a spogliatoi.
Al "Corso", ad organizzazione della RAI, grande serata con la diretta di "Il microfono è vostro". Folla per vedere e sentire l'orchestra Angelini, Nuilla Pizzi, Achille Togliani, il duo Fasano e il presentatore Nunzio Filogamo. Lunga serie di esibizioni di dilettanti altoatesini, ma anche trentini.
(A.Adige 21/11/1950) Il giornale "Alto Adige" aveva pubblicato il 24 giugno un articolo sui costumi immorali dei minori in una cittadina tedesca. Il direttore Taulero Zulberti viene rinviato a giudizio per avere "consentito la pubblicazione dell'articolo osceno intitolato: 'Paurosa corruzione nelle scuole germaniche (…), articolo che descriveva con particolari impressionanti e raccapriccianti avvenimenti in buona parte immaginari e tali da turbare il comune sentimento della morale e dell'ordine familiare". La denuncia è scaturita da un comitato locale per la tutela del buon costume. Il direttore del giornale viene assolto.
Il famoso pianista Wilhelm Backaus dà concerto in Conservatorio, aprendo così la stagione musicale. Gran successo. Il pianista viene presentato come 'Guglielmo'.
(A.Adige 24/11/1950) In una precedente discussione sui temi del bilinguismo in consiglio comunale, un intervento del consigliere Walter Amonn era stato interrotto da un grido di "Siamo in Italia", partito dal settore riservato al pubblico. In una lettera al direttore Amonn precisa: "Durante la discussione riguardante la bilinguità, questa e stata interrotta da una voce del pubblico in galleria col grido: "siamo in Italia". Io poi, fra altro, ho testualmente detto quanto segue: "Abbiamo sentito gridare dalla galleria "siamo in Italia". Io questo spirito non lo posso considerare come base di una discussione riguardante la bilinguità. Io ricordo ai signori consiglieri che quelli della mia età hanno imparato l'italiano quando qui non era Italia, e l'abbiamo imparato per ampliare la nostra cultura e anche perche era la lingua dei nostri vicini di Trento, ai quali abbiamo voluto av-vicinarci. Le sono grato se vorrà pubblicare quanto sopra, al fine di non creare una dannosa atmosfera che, nell'interesse di tutti, dovrebbe sempre rimanere nel-l'ambito di serene discussioni".
Titolo: "Condannato ad oltre tre anni di reclusione l'impiegato che aveva sottratto cinque milioni". L'ammanco si era verificato al provveditorato agli studi. Colpevole, il 30enne Francesco Oberbacher. La 21enne Teresa Zanotti è stata invece condannata a dieci mesi per ricettazione. Aveva accettato in regalo dall'Oberbacher indumenti e gioielli.
(A.Adige 25/11/1950) Inizia alla Corte d'Assise di Bologna il processo a carico di Ermanno Prader (Lagundo) che nell'aprile del 1944 prestava servizio come interprete presso il comando delle SS di Bologna. Soprannominato "la Jena" è accusato di collaborazionismo per aver partecipato ad esecuzioni capitali ed a sevizie nei confronti di partigiani. Il Prader ammette di avere giustiziato alcuni partigiani con un colpo di pistola alla nuca, ma afferma di averlo dovuto fare perché comandato e perché a sua volta sotto la minaccia di una pistola. Sarà condannato a 30 anni.
A Bolzano si commemora in Conservatorio Johann Sebastian Bach. Ne scrive il critico Andrea Mascagni. Anche in questo caso, come in molti altri, il nome viene italianizzato: Giovanni Sebastiano Bach. All'epoca, era un'usanza frequente. Così il successivo giorno 28 in un'interpellanza in consiglio comunale si chiede perché la scuola San Filippo Neri (via Weggenstein) non sia stata ancora dedicata a "Wolfango" Goethe.
Muore lo scultore Hans Piffrader. Era autore tra l'altro del grande bassorilievo con Mussolini a cavallo in piazza del Tribunale.
Lo scultore Hans Piffrader al lavoro
(A.Adige 1/12/1950) Al cinema "Eden" si proietta "Sigfrido", capolavoro muto di Fritz Lang risalente al 1924, con didascalie in italiano.
(A.Adige 3/12/1950) Il Circolo Universitario cittadino ospita nel salone del conservatorio Diego Valeri che parla si Villon.
(A.Adige 5/12/1950) "A pistola spianata due malviventi - nell'autorimessa 'Alpe' di piazza Vittoria (…) I due rapinatori sono fuggiti su una 1400 nuovissima - La macchina fracassata contro un muro a San Giacomo - Movimentata cattura alla stazione di Laives".
(A.Adige 8/12/1950) Bolzano soffre per il traffico, giudicato eccessivo. Bisogna reperire in centro nuovo spazio. Si pensa addirittura di abbattere la chiesa dei Domenicani. Gravemente danneggiata dai bombardamenti.
La chiesa dei Domenicani negli anni Cinquanta.
(A.Adige 9/12/1950) "Trionfale passaggio della '(Madonna) Pellegrina' - da Cristo Re a San Giovanni Bosco" - "Oltre 10.000 persone presenti alla processione, che ha chiuso il ciclo delle peregrinazioni della Vergine".
(A.Adige 10/12/1950) I bambini dei "Piani" non dovranno più recarsi fino a Rencio per frequentare la scuola. Un comitato di genitori ha ottenuto dall'autorità militare l'uso di un capannone dismesso, ed è lì che si terranno le prossime lezioni".
(A.Adige 14/12/1950) La 36enne Matilde Egger lavorava come cameriera di un albergo meranese gestito dal 64enne Giuseppe Magnabosco. Riesce a farsi sposare, ma il matrimonio non appare felice, al punto che - per liberarsene - lo denuncia alle autorità germaniche affermando che suo marito avrebbe sparlato dell'esercito del Reich. Il Magnabosco viene arrestato, poi internato a Dachau. Dell'episodio si parla ora in Tribunale, ma la donna viene assolta per insufficienza di prove.
Debutto al "Sociale" del "circolo orchestrale", un complesso costituito in gran parte da suonatori dilettanti. Lo dirige il M° Aladar Janes, insegnante del Conservatorio. Suona il pianista Nunzio Montanari. In programma Beethoven, Strawinsky e Schubert. Il critico a.m. loda il complesso nonostante qualche appannamento.
(A.Adige 15/12/1940) L'arcivescovo inaugurerà l'oratorio parrocchiale. Bolzano si trova ancora inserita nella diocesi di Trento.
(A.Adige 17/12/1940) Domenica d'oro: nevica. In due giorni sono caduti 26 cm di neve fresca.
Successo della soprano bolzanina Laura Cagol al "Comunale" di Bologna, nel ruolo di Liù. La cantante ha cambiato frattanto il proprio cognome in Carol.
(A.Adige 19/12/1950) Una notizia da Roma informa che in un campo di concentramento ungherese si trovano ancora 28 altoatesini ex-prigionieri di guerra, in attesa di rimpatrio.
Alla biblioteca civica i volumi sono ora 45.000. I frequentatori dagli 8.108 dei primi quattro mesi del '49, sono saliti nei primi quattro mesi di quest'anno a 12.014.
(A.Adige 20/12/1950) La minima a Bolzano è scesa a -14,2°.
Il Teatro Stabile debutta felicemente al "Corso" con "La dodicesima notte" di Shakespeare. Tra gli interpreti Romolo Valli, Adriana Asti, Ugo Bologna, Valentina Fortunato. Gelo insopportabile in sala, per il mancato riscaldamento. "Questa sera si replica, con teatro riscaldato".
(A.Adige 21/12/1950) Il dottor Silvio Magnago viene eletto alla presidenza del consiglio regionale.
(A.Adige 22/12/1950) Nel 1940 350 capifamiglia della vla Venosta erano stati denunciati dalla Guardia di Finanza per furto di energia elettrica. Subentrò la guerra, numerosi imputati morirono, sono intervenute amnistie e indulti, e così ora quello che sarebbe stato un processo-monstre, con migliaia di presenti tra imputati, avvocati, testimoni, pubblico ed altro, finisce in nulla.
Le vecchie case del centro cittadino sono pericolose: scale ripide, spesso buie, oscurità anche nei corridoi. Il fotografo Giovanni Siragusa, 71enne, con studio al ponte Talvera, cade in una casa di via Carrettai e muore.
(A.Adige 23/12/1950) Festa natalizia alla scuola "Regina Elena". La monarchia è caduta ma il nome della scuola - imposto nel 1922 dai fascisti - non è stato ancora cambiato.
(A.Adige 31/12/1950) Luigi Negri (DC) e Silvio Magnago (SVP) diventano rispettivamente presidente e vicepresidente del consiglio provinciale.
Il bar "Moretti", all'incrocio tra via Torino e via Roma, è stato a lungo un punto d'incontro e di riferimento per gli abitanti dei quartieri popolari. Ha preso il nome dal suo primo proprietario, Nane Moretti, veneto, appassionato di sport e di politica (era stato anche consigliere comunale del partito repubblicano). Dopo la sua scomparsa è passato alla famiglia di Bruno Bravin, arrivata a Bolzano dal Pordenonese. Narrando di quel periodo la signora Anita Bravin racconta: "Era un punto di recapito per sportivi, famiglie, camionisti che usavano il nostro telefono per fissare appuntamenti. Ricordo con particolare nostalgia quei sabati sera estivi e poi i lunghi assolati pomeriggi domenicali, quando arrivavano da noi e si sedevano all'aperto intere famiglie, per una bibita o un gelato. Pochi potevano permettersi un mezzo motorizzato per uscire di città. Rimanevano ore per parlare tra di loro. Poi venne il periodo di 'Lascia o Raddoppia? E allora la gente arrivava due ore prima per prendersi un posto, c'era molto fumo e il televisore teneva un tono molto alto, perché tutti commentavano, e bisognava pur sentire quel che Mike Bongiorno diceva. In quegli anni il bar chiudeva alle 2 di notte, ma alle 4 e mezzo riapriva: c'erano infatti i turnisti della zona industriale da servire. Arrivavano uno dietro l'altro o a piccoli gruppi in bicicletta dalle semirurali - prosegue Anita - si fermavano a bere un bicchierone di caffelatte caldo a basso prezzo (15) lire, poi - d'inverno - si rimettevano il giornale vecchio sotto la maglia per non prendere freddo al petto, e via per il primo turno di lavoro alle Acciaierie o alla Lancia. Verso le 14 arrivavano operai a giornata, impiegati e dirigenti, che prendevano il 'caffè buono' del 'Moretti' dopo aver pranzato. Il gestore del 'Moretti' di quell'epoca conosceva il suo mestiere: era sempre attento, servizievole con tutti, trattava ogni cliente con estrema gentilezza. Doti queste che erano frutto anche di un'esperienza maturata lavorando nella catena dei Grandi Alberghi di Venezia. Quel gestore era mio padre".