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Personaggi 3
UNA STORIA DI SPIONAGGIO
Negli anni in cui in Alto Adige esplodevano le bombe, una studentessa di Bressanone iscritta all’università di Innsbruck lavorò per il nostro controspionaggio, il S.I.D. Il suo apporto fu importante. Controllava i movimenti del prof. Norbert Burger, il noto terrorista, che fu suo insegnante. Maria Caporale, questo il suo nome attuale da sposata, non si limitò comunque a dare informazioni su Burger, ma anche su situazioni e persone che le venivano indicate di volta in volta direttamente da Roma. Il suo contatto personale era un altissimo funzionario del S.I.D. All’epoca i terroristi (che tuttora in alcuni ambienti tedeschi sono definiti “Freiheitskämpfer”, ossia combattenti per la libertà) godevano in Austria ed anche in Germania di certe coperture, quando non di complicità. Erano insomma sufficientemente liberi di agire. Fu il nostro controspionaggio a muoversi, allora, indagando sui movimenti delle persone sospette, sui loro incontri, e quando la gendarmeria austriaca localizzò un covo in cui c’erano armi ed esplosivi e procedette ad arresti, nella stampa altoatesina si adombrò l’ipotesi che fosse stata messa spalle al muro proprio dal S.I.D., che le avrebbe fornito informazioni talmente precise, da non potersi sottrarre all’azione. E in effetti, fu così. Maria Caporale era figlia di un sottufficiale. Quando terminò gli studi classici al liceo di Bressanone suo padre la mandò all’università ad Innsbruck, dove iniziò col frequentare, come uditrice, un corso di criminologia tenuto dal professor Novakowsky, per impadronirsi anzitutto della lingua tedesca. Poco dopo suo padre fu avvicinato dal controspionaggio italiano, che adombrò la possibilità di fare di sua figlia un’informatrice sulle cose che avvenivano nell’ateneo. La diciannovenne fu attratta dall’avventura e accondiscese. Era il 1961. “Vivevo in un bell’albergo, pagato dal S.I.D. – ricorda Maria Caporale - i miei compagni di corso mi credevano ricca”. Si iscrisse alla facoltà di filosofia (germanistica e romanistica) ed ebbe così come insegnante il professor Norbert Burger. Volontario durante la guerra, partecipante per sua stessa ammissione a fucilazioni (Wikipedia), Burger era un estremista di destra, elemento di spicco tra l’altro nel B.A.S., il “Befreiungsauschuss Südtirol”.
“Ero giovane, l’incarico mi piaceva, tutto mi appariva facile, e in realtà lo era. Oltretutto non facevo nulla di illegale, almeno secondo la legge italiana. Dovevo informarmi su tutto quanto facesse Burger, gli incontri, le persone che lo frequentavano, i suoi viaggi. Avevo ovviamente contatti personali con lo stesso Burger. A casa mia, a Bressanone, arrivavano per posta normale buste con l’intestazione dell’Università di Roma: al loro interno lettere nelle quali mi si ringraziava per le traduzioni effettuate (in realtà, non traducevo niente) e un bigliettino piccolissimo con le istruzioni. Ricordo che mi chiesero informazioni su Helmut Golowisch, Rainer Mauriz (spero di ricordarmi bene) e di altri ancora. Io chiedevo nella cerchia dei miei amici universitari, ovviamente senza far apparire troppo la mia curiosità. Alle volte mi facevo aiutare, senza ovviamente dirle il perchè delle mie curiosità, dalla signora Pohl, vedova di un ufficiale, che mi affittava una stanza nella Kärntnerstraße e faceva qualche telefonata per me. Anche se parlavo ormai bene il tedesco, si sentiva troppo, dalla mia pronuncia, che non ero una tirolese”. La studentessa ricevette anche una macchina fotografica piccolissima, stava in una mano (un miracolo tecnico, per l’epoca), e con questa doveva fotografare le persone. Il suo contatto romano veniva spesso in Alto Adige, e allora s’incontravano a Bolzano o Bressanone: le portava fotografie dalle quali le chiedeva di identificare persone. La cosa durò quattro anni, poi accadde un fatto nuovo.
“Un giorno venni all’appuntamento con un ufficiale, il mio fidanzato, che restò fuori ad aspettare. Il mio contatto mi chiese chi fosse, glielo dissi, replicò che di matrimonio per ora non era il caso di parlare perchè avevano pensato di mandarmi per altri incarichi a Vienna, dove m’avrebbero fatto proseguire gli studi. Vienna era importante, c’era la guerra fredda ed era un crocevia di spie. Non ne volli sapere: intendevo riappropriarmi della mia vita privata. Avevo chiuso, e basta”. Maria Caporale sposò il suo fidanzato, che divenne comandante del reggimento Genio di Bolzano, in via Vittorio Veneto. Ora vivono in Toscana e sono ormai più volte nonni. Norbert Burger è stato condannato dalla giustizia italiana ad un ergastolo ed a 28 anni. E’ deceduto nel 1992.